19 giugno 2021

A rischio demolizione un murales di Keith Haring in un club di Barcellona

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I proprietari di un ex club che ospita uno dei murales di Haring stanno pianificando di demolire l’edificio, provocando un dibattito sul destino dell’opera d’arte al suo interno

Keith Haring mentre dipinge il murale nella cabina dj dell' Ars Studio a Barcellona 1989

Un murales dipinto da Keith Haring in un club di Barcellona nel febbraio del 1989 sta affrontando un futuro incerto poichè i proprietari dell’edificio progettano di demolirlo, scontrandosi con il rifiuto di coloro che credono che l’opera d’arte dovrebbe rimanere nel suo luogo originario. La questione relativa a questo murale, reso nello stile caratteristico dell’artista raffigurante una figura rossa energica con un fiore al posto della testa, fin da quando è stato realizzato non è passato inosservato a dibattiti e contestazioni. Originariamente esso nasceva per decorare la cabina del DJ del club Ars Studio chiuso nel 1992 e trasformato in una sala da biliardo, attualmente i proprietari intendono abbattere del tutto l’edificio, per far posto a una casa di cura per gli anziani: lungo il passare del tempo il murale rimase quasi totalmente dimenticato nel luogo in cui l’artista lo dipinse e oggi la città di Barcellona rischia di perderlo definitivamente. Alla luce di questo sono numerose le organizzazioni che si sono proposte per la sua conservazione, come ad esempio la Keith Haring Foundation che si è offerta di acquistare il murale per 80.000 euro, sobbarcandosi anche del costo di rimozione del pezzo, che spesso può rivelarsi un processo complicato.

Il gestore della sala da biliardo, Gabriel Carral, il cui contratto di affitto prevede una clausola che gli consente di tenere l’opera sulle pareti, riferisce al Guardian la sua indecisione dichiarandosi ancora in dubbio se donare o vendere l’opera alla fondazione «Se non fosse stato per me, sarebbe scomparso sotto una mano di vernice», aggiunge Carral.

D’altra parte, il DJ ed ex amico di Keith Haring Cesar Melero, che era presente a Barcellona quando il murale è stato dipinto e che ha incoraggiato lo stesso artista a dipingerlo, sostiene che dovrebbe essere conservato in loco e si ritiene in disaccordo nel valutarlo solo per il suo potenziale economico e con la volontà di demolirlo in conflitto con lo spirito di generosità e apertura con cui è stato dipinto. «Haring non ha dipinto per soldi, lo ha fatto in segno di amicizia e per amore del club e di Barcellona», dice ancora «Questo dipinto dovrebbe rimanere dov’è. Prima in un night club, poi in una sala da biliardo, ora in una casa di cura. Perché no?», sottolineando con queste parole che nessuno può rivendicare la proprietà dell’opera realizzata per la sua stessa comunità.

A questa dichiarazione fa eco quella del portavoce del consiglio di Barcellona che dichiara al Guardian: «Abbiamo garantito la protezione del murale nell’ambito del piano urbanistico speciale e abbiamo chiesto alla Generalitat, governo regionale della Catalogna, di dichiararlo parte del nostro patrimonio culturale». Una copia dell’opera a questa “sorella” è attualmente conservata al Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona (MACBA) e fu realizzata durante lo stesso viaggio dell’artista a Barcellona alla fine degli anni ‘80 su un edificio da demolire del quartiere el Raval sebbene l’istituzione non si sia ancora occupata della conservazione del murale originale.

Non sorprende che, data la loro natura pubblica, molti dei murales di Haring siano stati soggetti a simili incertezze e dibattiti nel corso degli anni, cosi come a progetti di conservazione su larga scala.

L’artista, nella sua breve vita fatta di una prolifica produzione artistica, ha fatto di tutto per dipingere in spazi pubblici su grande scala facendo delle sue opere un manifesto che potesse parlare alla gente sostenendo in più di un’occasione che «l’arte è per tutti».

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