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A Tokyo, i Girasoli di Van Gogh sono in quarantena per il Coronavirus
Attualità
Il vaso con quindici girasoli di Vincent Van Gogh, prestato dalla National Gallery di Londra e per la prima, in 200 anni di storia, fuori dai confini nazionali, è arrivato al National Museum of Western Art di Tokyo, in occasione dell’attesissima mostra dedicata ai capolavori del museo londinese. Ma nessuno può vederlo, per il momento. L’esposizione avrebbe dovuto aprire ieri, 3 marzo, ma a causa della misure preventive attuate per contenere la diffusione del Covid-19, che prevedono, tra le altre cose, la chiusura dei musei, l’inaugurazione è stata rimandata e il museo rimarrà chiuso almeno fino al 16 marzo.
«È una fortuna che non debbano essere annaffiati», scrivono sul The Guardian. Perché il governo di Tokyo ha decretato non solo la chiusura dei musei, oltre che delle scuole e dell’università, ma anche che le opere provenienti da altri Paesi venissero mantenute in speciali aree separate. E così, alcune delle opere più preziose e ambite, nelle collezioni più prestigiose d’Europa, verranno trattenute nella Sezione quarantena, approntata dall’istituzione museale giapponese.
Portavoce della National Gallery – che di van Gogh ha in collezione sette opere – hanno dichiarato di non essere certi che la mostra inauguri solo con qualche settimana di ritardo. Confermano di essere in contatto con i partner giapponesi e che «Le opere per il momento sono state isolate e speriamo che possano essere visibili al più presto anche in Giappone».
La mostra “Capolavori della National Gallery” è stata progettata in occasione dei Giochi Olimpici che si terranno a Tokyo quest’anno. Si tratta di una esposizione itinerante, scandita in due tappe distinte tra il National Museum of Western Art – a questo punto in date ancora da definirsi – e al National Museum of Art di Osaka, dal 7 luglio al 18 ottobre 2020. Le opere prestate coprono un ampio arco temporale, dal Rinascimento Italiano alla prima metà del XX secolo, da Rembrandt a William Turner.
Gabriele Finaldi, direttore del museo londinese, ha dichiarato che «In questa inedita mostra, la Galleria condividerà la sua collezione e la sua esperienza con un nuovo pubblico con la speranza di ispirare la passione per i nostri grandi dipinti nelle nuove generazioni». Jeremy Wright, Segretario di Stato britannico per il digitale, la cultura, i media e lo sport, crede che l’arte e la cultura siano elementi fondamentali per creare forti legami ed amicizie tra le nazioni: «Giappone e Regno Unito hanno legami creativi duraturi e questa mostra innovativa rafforzerà ulteriormente la reputazione internazionale della National Gallery».
Nell’attesa, speriamo di vedere risplendere al più presto anche a Tokyo i Girasoli, simbolo di vitalità e rinascita anche nella vita infelice di Vincent Van Gogh. La serie dei Girasoli in vaso, infatti, risale a un periodo piuttosto sereno della biografia dell’artista, come si può notare anche dall’utilizzo di una tavolozza più accesa. Nel febbraio del 1888, Van Gogh si era trasferito ad Arles, dove fu investito da una sorta di febbrile stato creativo. Qui, nella famosa Casa gialla, ospitò anche Paul Gauguin, con il quale avrebbe desiderato fondare una comunità di artisti. Ma il rapporto tra i due si ruppe dopo pochi mesi. A dicembre, Gauguin partì per Tahiti e Van Gogh ebbe un esaurimento nervoso. In ogni caso, fu in questo periodo che realizzò alcune delle sue opere più iconiche, come la Camera di Vincent ad Arles e la Notte stellata sul Rodano, oltre appunto alla serie dei Girasoli.
Per il momento, possiamo vederli sul sito della National Gallery e a distanza molto ravvicinata, anche se attraverso i pixel.