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Una manifestazione pacifica ma decisa e, soprattutto, urgente. Questa mattina, il Festival del Cinema di Venezia si è svegliato al grido di #WeWantTheRedCarpet, con centinaia di attiviste e attivisti provenienti dai movimenti ambientalisti di tutta Europa che hanno occupato il red carpet, in attesa del corteo che si svolgerà nel pomeriggio. Infatti, in questi giorni di ribalta internazionale, si è svolto il primo Venice Climate Camp internazionale, organizzato dai membri di Fridays For Future, il movimento di protesta contro il climate change che ha trovato in Greta Thunberg la sua icona, insieme al comitato No Grandi Navi.
This morning this is how the red carpet looks like in Venice. Let’s make a turnaround: let’s put the #ClimateCrisis on the spotlight! pic.twitter.com/59d8KVEhvn
— Venice Climate Camp (@climatecamp_ve) 7 settembre 2019
Dal 4 all’8 settembre, sulla spiaggia del Lido di Venezia, quattro giorni di campeggio a minimo impatto ambientale, tra cucina vegana, raccolta differenziata e pannelli fotovoltaici, con un occhio all’ecosistema del litorale (hai capito Jovanotti?). Ma anche talk, incontri e dibattiti con ospiti di grande caratura, come Moira Millàn, una weychafe (guerriera) mapuche e attivista argentina, a capo del Movimiento Mujeres Indigenas por el Buen Vivir, o come Nnimmo Bassey, architetto nigeriano, presidente del Friends of the Eart. Qui tutte le informazioni sul programma.
«Sabato 7 settembre entrerà nel cuore della Mostra del Cinema di Venezia quella rivendicazione che le nuove generazioni di tutto il mondo hanno riportato in primo piano oltre lo scetticismo, l’arrendevolezza, quanto non la vera e propria complicità di chi le ha precedute», si legge sulla pagina Facebook di Global Project, che ha partecipato alla manifestazione. In questi momenti, gli ambientalisti stanno convergendo nella zona del red carpet del Festival di Venezia, un palco importante per amplificare le proprie motivazioni. D’altra parte, la città lagunare non è nuova a importanti azioni ambientaliste, come quando, nel 2017, l’associazione Centopercentoanimalisti riversò 40 chili di sterco davanti all’ingresso di Palazzo Grassi, in segno di protesta contro l’imminente apertura della colossale mostra di Damien Hirst.
Il cinema ha spesso affrontato le tematiche ambientaliste, in alcuni casi preferendo la sfumatura catastrofista, magari spettacolare ma certamente non auspicabile. Ma ci sono anche molti casi di film di eccelso valore, come Princess Mononoke, il film d’animazione diretto nel 1997 da Hayao Miyazaki, da molti giudicato un capolavoro, oppure Into The Wild, film del 2007 di Sean Penn, ispirato a un libro di Jon Krakauer. Forse meno conosciuto ma ugualmente interessante, La quinta stagione, film che farà contenti anche gli amanti del genere disaster movie – ma un po’ più intimista – diretto da Jessica Woodworth e Peters Brosens che, oltretutto, ha anche vinto il Premio Arca e il Green Drop Award al Festival del Cinema di Venezia del 2012.