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Abu Dhabi punta 6 miliardi sulla cultura e sull’arte contemporanea
Attualità
Oltre al petrolio c’è l’arte. Così, nell’arco di 50 anni, Abu Dhabi ha trasformato la sua identità passando da territorio desertico puntellato di capanne di pescatori e di pastori a un exploit di grattacieli che sfidano le leggi di gravità e le tempeste di sabbia. Conosciuta come una delle “città del futuro”, Abu Dhabi è il più grande e ricco dei sette Emirati. In questo crogiolo geografico di culture e di movimenti in fermento, che trovano facilmente ospitalità in un Paese interessato più che mai a costruire un polo perfetto e senza concorrenza, il futuro dell’arte contemporanea si sta sempre più materializzando in un progetto di immani proporzioni. Lo slogan ricorrente ora è quello di investire. Il petrolio, nel bene e nel male e con tutte le ricadute del caso è il motore e il freno di questo posto, ma l’esigenza di diversificare e di provare a capitalizzare attraverso altri settori, nasce dalla necessità di distaccarsi dalla volatilità del mercato del greggio. Ed ecco che gli emiri hanno cominciato a guardarsi attorno, impegnando enormi quantità di denaro con l’unico scopo di trasformare Abu Dhabi nella capitale della cultura mondiale.
Prima il sottosuolo, poi le nuove fonti di energia, l’interesse verso l’alta tecnologia, il mondo della musica e più che mai per l’arte contemporanea, quali settori vantaggiosi e come una chiara sfida nei confronti del mercato degli Emirati Arabi. Allargando però lo sguardo al panorama artistico mondiale, Abu Dhabi non è la prima volta che scommette sull’arte. La città detiene già una buona reputazione e nonostante la vicinanza e la concorrenza spietata con Dubai è sede di importanti gallerie, ospita fiere internazionali, custodisce i tesori del nuovo Louvre ed è prossima all’apertura del Guggenheim nel Distretto Culturale di Saadyat.
E dato che il ferro va battuto finché è caldo, lo sceicco di Abu Dhabi non ha perso tempo esprimendo la forte volontà di investire 6 miliardi di dollari nelle industrie culturali e creative. Al Financial Times, il presidente del Dipartimento di Cultura e del Turismo di Abu Dhabi Mohammed Khalifa Al Mubarak ha infatti dichiarato che «In termini di crescita, sappiamo che le industrie creative daranno un contributo importante al PIL qui ad Abu Dhabi» – e ancora – «Sono incredibilmente orgoglioso dei progressi compiuti dal nostro Dipartimento di Cultura e Turismo. Mentre la nostra offerta culturale continua a compiere passi da gigante, consolidando il nostro status di hub internazionale per l’arte e per il patrimonio culturale, nuovi progetti stanno prendendo piede rafforzando ulteriormente un settore turistico in forte espansione». Una cospicua cifra per sostenere l’arte, stimolare la creatività provando a renderla motore dell’educazione e del cambiamento sociale e soprattutto per ribadire le possibilità economiche del Paese.