Scomparsa nella sua casa di Parigi lo scorso 28 dicembre, Sabine Weiss (Saint-Gingolph, 1924) è stata lâultima, grande rappresentante della fotografia umanista francese. Sopravvissuta a nomi come Robert Doisneau, BrassaĂŻ e Izis, la fotografa franco-svizzera ha reso eterna, con i suoi scatti, la vita quotidiana di Parigi: ÂŤFotografo per conservare lâeffimeroÂť, diceva, ÂŤPer fissare il caso, conservare in unâimmagine ciò che scomparirĂ : gesti, atteggiamenti, oggetti che sono testimonianze del nostro passaggioÂť.
Tra i suoi scatti piĂš celebri, i ritratti di Benjamin Britten, Igor Stravinsky e Fernand Leger. Ma anche quelli dedicati ai bambini: ÂŤQuando fotografa i bambini, diventa bambina lei stessa. Non esistono assolutamente barriere tra lei, loro e la sua macchina fotograficaÂť, spiegava Hugh Weiss, artista e marito di Sabine. E poi ancora le fotografie di moda, i viaggi in giro per il mondo, i reportage dellâunica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione cosĂŹ a lungo. Tra le i musei internazionali che custodiscono le sue opere, il Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum of Art e il Centre Pompidou.
Il prossimo 11 marzo, sarĂ
La Casa dei Tre Oci di Venezia a dedicarle il primo tributo internazionale, con una personale per la quale Sabine Weiss stessa aveva aperto i suoi archivi di Parigi. Il percorso espositivo, curato da
Virginie Chardin, punterĂ i riflettori su oltre 200 opere e importanti documenti dâarchivio, per ÂŤTestimoniare la carriera di questa straordinaria fotografa, unica donna a rappresentare la scuola umanista francese, oggi simbolo di coraggio e libertĂ per tutte le donne fotografeÂť.
Uno dei nuclei principali della rassegna racconterĂ gli anni â50 del Novecento, momento del riconoscimento internazionale della fotografa. Nel 1952, infatti, la sua carriera prese una svolta decisiva quando entrò nellâagenzia Rapho, su raccomandazione di Robert Doisneau. Dal 1953 in poi le sue fotografie furono pubblicate da grandi giornali internazionali come âPicture Postâ, âParis Matchâ, âVogueâ, âLe Oreâ, âThe New York Timesâ, âLifeâ, âNewsweekâ. Nello stesso anno Weiss partecipò alla mostra âPost War European Photographyâ al MOMA â Museum of Modern Art di New York e nel 1954 lâArt Institute di Chicago le dedica unâimportante personale. Nel 1955 tre dei suoi scatti sono scelti da Edward Steichen per la storica antologica âThe Family of Manâ, al MOMA di New York.