Picasso diceva «I cattivi artisti copiano, i geni rubano» ma che succede quando a rubare è…il Vaticano? Questa è una storia che ha a che fare con il diritto d’autore, punto cruciale soprattutto per ciò che riguarda l’arte contemporanea nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Tutto ha inizio nel 2020, quando viene annunciata l’immagine da stampare nei francobolli che celebrano la Pasqua del medesimo anno. Per l’occasione, viene scelta un’opera di poster art che riproduce la celebre ascensione di Heinrich Hofmann, pittore tedesco vissuto tra il 1824 e il 1911. La maggiore differenza tra la versione originale e la sua rivisitazione è certamente l’inserimento della scritta (provocatoria? Ironica? Sincera?) “Just Use It” nel cuore del Cristo. Pur non potendo sapere se Gesù avrebbe o meno usato un’espressione del genere, ciò che è certo è che quell’immagine non è passata inosservata, attirando l’attenzione di Mauro Olivieri, direttore dell’Ufficio filatelico. L’immagine si trova in un muro vicino al ponte Vittorio Emanuele II a Roma, proprio vicino al Vaticano e, fin qui, tutto bene.
Il problema sta nell’appropriazione della versione romana, riutilizzata a scopi commerciali. Infatti, non è stato tenuto in conto che quell’opera potesse appartenere ad un artista che poi ne avrebbe rivendicato (giustamente) i diritti. La protagonista in questione è Alessia Babrow che, grazie a una segnalazione di una nota fotografa di street art, ha scoperto per caso l’accaduto. Questo lavoro, inoltre, fa parte di una serie più ampia, iniziata nel 2013, che prende il nome di “Just Use It” nella quale sono ritratti diversi soggetti, dalla Vergine, al Buddha, fino a Ganesha. Difficile sbagliarsi, insomma. Il caso è ancora più curioso se si riflette sul fatto che il Vaticano tenga molto ai diritti d’autore per le proprie collezioni e la propria arte. Ma non è ancora questo il punto.
La street art e, in generale, l’arte prodotta fuori da un certo tipo di istituzioni necessita di maggior attenzione in materia di riproducibilità , forse proprio per la sua democratica accessibilità . Ma accessibilità non è sinonimo di mancata legittimazione autoriale. Le norme per il riconoscimento della proprietà intellettuale esistono anche per le opere create per e nella strada e l’artista si è appellata proprio a quelle leggi. Ora, dopo aver fatto causa al Vaticano, Alessia Babrow chiede un risarcimento di 130mila euro, anche se sembra che la risposta tardi ad arrivare. «Pensavo che agissero in buona fede, che fosse vero che mi stavano cercando, come era stato scritto sui giornali. Solo che sembra che non sia stato così perché non hanno mai voluto incontrarmi», ha dichiarato Babrow per l’Associated Press. A oggi, i francobolli stampati ammontano a 80mila, venduti al prezzo di 1,15 euro l’uno.
Una volta Banksy ha detto che il copyright è per perdenti (qui il nostro approfondimento sul caso specifico del noto street artist anonimo) ma se questo significa negare delle questioni importanti allora mi dispiace: penso che Banksy non abbia ragione.
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