Il primo ministro giapponese Shinzo Abe e il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, hanno annunciato ufficialmente che le Olimpiadi del 2020, che avrebbero dovuto svolgersi a Tokyo questa estate, saranno rimandate al 2021, a causa dell’emergenza Covid-19. Il governatore di Tokyo, Yuriko Koike, ha spiegato che, nonostante il rinvio, la manifestazione sarà ancora identificata con la designazione originale: Olimpiadi di Tokyo 2020. E così anche il Comitato Olimpico, che fino all’ultimo aveva provato a mantenere la data del 24 luglio 2020 per la cerimonia della fiaccola, è stato costretto a prendere atto della situazione di emergenza, pressato anche dall’opinione pubblica.
Solo il 17 marzo, infatti, il direttore dell’edizione giapponese delle olimpiadi, Seiko Hashimoto, aveva dichiarato che il Paese stava pianificando una completa riorganizzazione dei Giochi, spiegando che le Olimpiadi sarebbero iniziate in tempo e con gli spettatori presenti ai loro posti, nonostante la minaccia costante del Covid-19. La dichiarazione aveva fatto discutere e infatti, alla fine della scorsa settimana, il Comitato Olimpico, pur parlando di una rimodulazione della formula per far svolgere i Giochi a luglio, aveva ammesso la possibilità di un rinvio. L’Australia e il Canada avevano annunciato che non avrebbero inviato i propri atleti a Tokyo e a gran voce avevano richiesto il rinvio anche gli organi sportivi di Stati Uniti, Germania e Polonia. Insomma, l’ipotesi di una Olimpiade a metà era piuttosto improbabile e così la decisione è stata presa e, probabilmente, è quella più saggia.
Sicuramente si tratta di una decisione storica, come d’altra parte è richiesto per questi tempi eccezionali, visto che le Olimpiadi non sono mai state riprogrammate in tempo di pace, fin dal 1896, la data della prima edizione moderna della più importante manifestazione sportiva – e non solo – del mondo. Nel 1916, 1940 e 1944, i Giochi furono annullati a causa delle Guerre mondiali. Inoltre, i vincitori della prima guerra mondiale impedirono alle nazioni sconfitte di partecipare alle Olimpiadi del 1920, come accadde anche nel 1948, tranne che per l’Italia, ammessa grazie all’armistizio del 1943 e alle lotte partigiane contro i nazisti.
Oltre alle Olimpiadi, tantissime sono le manifestazioni rinviate o annullate, soprattutto nel mondo dell’arte e della cultura. Qui la nostra lista completa e, purtroppo, in continuo aggiornamento.
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