L’Italia si prepara ai funerali di Stato di Silvio Berlusconi, in programma oggi, 14 giugno 2023, in un Duomo di Milano dalla capienza massima fissata a 2mila persone. Tra le personalità della politica internazionale che saranno presenti, anche l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad, il presidente dell’Ungheria Viktor Orban e il presidente del Partito Popolare Europeo Manfred Weber. Secondo il protocollo, l’ultimo a entrare nella Cattedrale sarà il Capo dello Stato Sergio Mattarella. La Presidente Giorgia Meloni, il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il leader della Lega Nord Matteo Salvini, in mattinata, si sono recati a Villa San Martino ad Arcore, storica residenza signorile dove Berlusconi risiedeva dal 1974. In piazza Duomo saranno allestiti invece due maxi schermi, enorme è stata e sarà la copertura mediatica nazionale, anche al di fuori dei confini e dei canali dell’informazione. E non poteva essere altrimenti, considerando il ruolo anfibio dell’ex Presidente del Consiglio, tra politica, spettacolo e spettacolarizzazione. E come controversa è stata tutta la sua esistenza, sia i lati pubblici che gli aspetti privati, molto spesso inscindibili, altrettanto doveva esserlo la sua fine. A prendere posizione contro le celebrazioni è stato l’influente storico dell’arte Tomaso Montanari, già docente a Roma Tor Vergata e all’Università Federico II di Napoli e, attualmente, rettore dell’Università per stranieri di Siena. Conosciuto e stimato per i suoi studi sull’Arte Moderna, in particolare su Bernini e sul Barocco, autore di articoli molto critici nei confronti della gestione dei beni culturali, Montanari non farà porre le bandiere a mezz’asta per lutto nazionale nella sua università. Il rettore ha motivato la sua scelta in una lettera indirizzata alla comunità accademica, dichiarando di assumersi tutte le responsabilità del caso.
Per disposizione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, è stato proclamato un giorno di lutto nazionale. Nello stesso testo, si impone l’esposizione a mezz’asta delle bandiere italiana ed europea sugli edifici pubblici italiani e sulle sedi diplomatiche all’estero, dal 12 al 14 giugno.
«Naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati», si legge nella lettera. «Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione», continua Montanari. «Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università».
Naturalmente le repliche non si sono fatte attendere. Francesco Michelotti, deputato di Fratelli d’Italia, ha chiesto a Montanari rassegnare le dimissioni, ribadendo l’obbligo, per una istituzione pubblica, di rispettare quanto stabilito dalle autorità. Ma cosa rischia Montanari? Secondo l’articolo 650 del Codice penale, non rispettare lutto nazionale proclamato dall’Autorità è un atto sanzionabile con tre mesi di reclusione o con ammenda fino a 200 euro. Intanto, a favore della decisione del rettore è stata lanciata una petizione sulla piattaforma Change.org che, nel giro di poche ore, ha già raccolto 60mila firme. La decisione di istituire il lutto nazionale «Risulta in stridente contrasto con le vicende che hanno segnato e caratterizzato la vita del personaggio, ben delineate dal prof. Montanari», si legge nelle motivazioni.
Quello di Montanari non è l’unico gesto controcorrente. Anche il Comune di Sesto Fiorentino esporrà le bandiere a mezz’asta solo in concomitanza con lo svolgimento dei funerali di Stato. «La decisione della Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito all’indizione del lutto nazionale è del tutto inusuale e inappropriata, frutto di valutazioni squisitamente politiche», ha spiegato il sindaco, Lorenzo Falchi.
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