-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
A quanto pare, ci sarebbe la mano degli hacker russi dietro all’attacco informatico che ha mandato in tilt il sito che ospitava la vendita di beneficenza organizzata da Banksy a favore dell’Ucraina. Nel dicembre 2022, il famoso street artist aveva realizzato ben sette opere nelle zone più colpite dai bombardamenti nei dintorni di Kiev – una delle quali stava anche per essere rubata –, lanciando, poco dopo, una campagna per raccogliere fondi in collaborazione con Legacy of War Foundation, una charity internazionale impegnata nel supporto delle popolazioni civili colpite dalle guerre.
In vendita, 50 stampe a tiratura limitata raffiguranti la parola “Fragile” in rosso, sulla superficie di un cartone da imballaggio, graffiata da uno degli iconici e dispettosi topi che spesso compaiono nelle opere dello street artist anonimo. Anche la stessa parola “Fragile” è uno dei simboli più usati da Banksy, compare in un stencil con una ballerina e in un’altra opera insieme a una bomboletta spray ma in questo caso è significativo l’intervento del roditore. I collezionisti interessati erano stati invitati a registrarsi online per avere la possibilità di acquistare una delle opere, al prezzo di 5mila sterline – circa 5.600 euro – l’una.
Ma non appena le applicazioni sono state aperte, il sistema è stato sopraffatto dalle richieste, molte delle quali provenivano da fonti sospette in Russia. «Attualmente stiamo vagliando le voci registrate e avviseremo a breve i candidati selezionati. Grazie per il vostro sostegno», ha scritto Legacy of War sulla piattaforma per la vendita, spiegando che «Il sito ha ricevuto oltre 1 milione di richieste (e 3.500 attacchi ostili da indirizzi IP russi), quindi apprezziamo la vostra pazienza in questo momento». Non è ancora chiaro il modo in cui vengono scelti i “candidati selezionati” e il motivo per cui le richieste dei russi siano state considerate “ostili”.
I proventi saranno destinati all’acquisto di veicoli di emergenza per aiutare a salvare anziani, disabili e feriti dalle zone di guerra in Ucraina. Lo stesso Banksy, per realizzare le sette opere nei dintorni di Kiev usò un’ambulanza messa a disposizione dalla charity: «Ho visto una squadra di Legacy of War fornire assistenza medica, riscaldamento, acqua fresca e un volto amico ad alcune persone molto disperate in un edificio bombardato», scriveva l’artista a dicembre. «Mi hanno anche prestato una delle loro ambulanze per lavorare, che si è rivelata estremamente utile quando una babushka arrabbiata mi ha trovato a dipingere sul suo edificio e ha chiamato la polizia».
Proprio in questi giorni, uno stencil di Banksy “strappato” nel 2016 dal muro di un parcheggio di Liverpool, ufficialmente per evitare il rischio di danneggiamenti, è stato venduto a una cifra notevole. The Love Plane rappresenta un biplano nero che lascia una scia di fumo a forma di cuore. Comparve sull’edificio di un parcheggio in Rumford Street nel 2011 ed è stato immediatamente riconoscibile come opera dello street artist. L’operazione di rimozione fu voluta dagli stessi proprietari del palazzo e affidata alla Sincura Art, una società specializzata nella salvaguardia e nella vendita di opere di street art e che già in diverse occasioni ha avuto a che fare con Banksy. Nonostante le promesse, l’opera non è mai stata esposta pubblicamente e se ne sono persero le tracce. Recentemente è tornata a fare notizia, per una vendita privata a un collezionista, per oltre 175mila sterline, poco meno di 200mila euro.