Categorie: Attualità

Carcere per le attiviste di Just Stop Oil ma alle Olimpiadi si fa sportwashing

di - 30 Luglio 2024

Phoebe Plummer e Anna Holland, le due attiviste di Just Stop Oil che, il 14 ottobre 2022, lanciarono la zuppa di pomodoro Heinz sui Girasoli di Vincent Van Gogh alla National Gallery di Londra, sono state ritenute colpevoli di danneggiamento doloso e dovranno scontare la pena in carcere. Come riportato da BBC News, il giudice Christopher Hehir ha specificato che le due attiviste, entrambe 22enni, «Erano ad un passo dal distruggere una delle opere d’arte più preziose al mondo».

L’azione di protesta si svolse intorno alla 11, nella Sala 43 del museo londinese: dopo aver mostrato una maglietta con la scritta “Just Stop Oil”, le due giovani attiviste lanciarono il liquido sul dipinto, che è comunque protetto da un vetro antiurto. Dopo aver versato il contenuto dei barattoli, le due attiviste si incollarono al muro sotto l’opera. «Cosa vale di più, l’arte o la vita?», diceva ad alta voce una delle manifestanti, «Vale più del cibo? Più della giustizia? Siete più preoccupati per la protezione di un dipinto o per la protezione del nostro pianeta e delle persone?».

Il giudice, che pochi giorni prima aveva condannato alla pena detentiva anche altri cinque attivisti di Just Stop Oil che, nel novembre 2022, bloccarono per quattro giorni un’autostrada, ha stabilito le condizioni di libertà su cauzione per Plummer e Clapham. Le due attiviste non potranno avere con sé colle o vernici in luoghi pubblici e non potranno visitare gallerie d’arte e musei.

L’avvocato di Holland, Katie McFadden, ha dichiarato di essere «Estremamente delusa» e di stare valutando la possibilità di presentare ricorso contro la sentenza. «Il governo dimostra di avere scarso o nessun interesse nel tentare di frenare il cambiamento climatico», ha affermato. «Hanno dimostrato di avere un grande interesse nell’investire tempo e denaro nel perseguire penalmente i giovani che cercano di lottare per il futuro proprio e dei propri figli».

Parigi

Nonostante questa recrudescenza delle pene, le proteste contro il climate change non si fermano, anzi. Nell’occhio del ciclone, questa volta, è finita Toyota, sponsor delle Olimpiadi di Parigi. La casa automobilistica ha promosso una massiccia campagna pubblicitaria nei punti strategici di Parigi e di altre cinque grandi città francesi: Lille, Lione, Saint-Étienne, Strasburgo e Rennes. Ma gli attivisti hanno richiamato l’attenzione sulle emissioni di gas serra e sull’ipocrisia del comitato organizzativo olimpico, reo di aver collaborato con organizzazioni responsabili dell’inquinamento. I collettivi RAP – Résistance à l’Agression Publicitaire di Parigi e Brandalism hanno dato vita a una contro campagna di guerrilla marketing per evidenziare le emissioni della Toyota.

Parigi, ph. Camille Aboudaram

«La sponsorizzazione delle Olimpiadi da parte di Toyota è un esempio da medaglia d’oro di sportwashing, ovvero di aziende inquinanti che utilizzano accordi di sponsorizzazione di alto profilo per nascondere le loro massicce emissioni», si legge in un post pubblicato dal collettivo Brandalism su Instagram. «Il modello di business di Toyota punta a diventare sempre più sporco e inquinante, producendo milioni di veicoli a combustibili fossili in più ogni anno e facendo allo stesso tempo forti pressioni contro l’azione per il clima in tutto il mondo».

Uno dei manifesti, creato da Michelle Tylicki, raffigura una medaglia d’oro con il logo Toyota che gocciola olio. L’opera recita: “Toyota, orgogliosa di essere lo sponsor più inquinante dei Giochi olimpici del 2024”. Altri poster rivisitano opere d’arte famose, come la Monna Lisa di Leonardo da Vinci e la Notte stellata di Van Gogh, includendo veicoli Toyota i segni dell’inquinamento da questi prodotto: “L’arte appartiene a Parigi. I grandi inquinatori no”, si legge sui manifesti.

Michelle Tylicki, Rennes

Nel 2022, le emissioni di Toyota hanno totalizzato 575 milioni di tonnellate di anidride carbonica, superando quelle della Francia e rappresentando l’1,5% delle emissioni globali di anidride carbonica. I 33esimi Giochi olimpici sono stati criticati per la sponsorizzazione di aziende come Toyota, Air France e l’acciaieria ArcelorMittal. Un recente rapporto, intitolato Rings of Fire: Heat Risks at the 2024 Paris Olympics, ha previsto che le Olimpiadi di quest’anno saranno le più calde mai registrate. A testimoniarlo, anche diversi atleti, che hanno detto di aver provato un caldo estremo durante le gare.

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