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Tutti aspettiamo con ansia notizie certe sul Salvator Mundi di Leonardo, il capolavoro dei record la cui posizione rimane ancora ignota al pari della sua paternità. Ma un altro profondo mistero continua a lasciare con il fiato sospeso il mondo dell’arte. Che fine ha fatto il wc dorato di Maurizio Cattelan? A due anni di distanza dal clamoroso furto, avvenuto il 14 settembre 2019, si sono perse le tracce di America, la toilette da 18 carati, perfettamente funzionante, installata negli spazi molto intimi di Blenheim Palace, monumentale residenza nelle campagne dell’Oxfordshire. Sito UNESCO e casa natale – nonché dimora – del primo ministro britannico Sir Winston Churchill, la magione viene regolarmente invasa dal contemporaneo, in occasione delle importanti mostre organizzate dalla Blenheim Art Foundation, dedicate ad artisti come Ai Weiwei, Lawrence Weiner, Michelangelo Pistoletto, Jenny Holzer e Yves Klein, mentre ad agosto ha chiuso una grande personale di Tino Sehgal.
Nel maggio 2019 è stata la volta di Maurizio Cattelan, che presentò alcuni dei suoi pezzi più iconici e diversi nuovi lavori, appositamente realizzati per quella occasione, in dialogo con la storia e le ambientazioni uniche di Blenheim. E tra gli spazi più significativi frequentati della nobile dimora può essere di certo annoverato il bathroom, dove Cattelan installò America, il WC dorato realizzato già nel 2016 e assurto a simbolo politico. Quando Donald Trump chiese in prestito un Van Gogh al Guggenheim Museum per arricchire la collezione della Casa Bianca, il museo rispose offrendo cortesemente la toilette, allora in esposizione al museo. O meglio, in funzione, visto che il wc era disponibile a chiunque ne avesse bisogno.
Secondo le ricostruzioni della polizia inglese, i ladri sarebbero entrati a Blenheim Palace nella notte, uscendone intorno alle 5 di mattina e, per rubare l’opera di Cattelan, hanno dovuto anche tranciare le tubature dell’acqua. La risposta del diretto interessato fu a tono: «È successo molte volte che un mio lavoro fosse vandalizzato, a volte è stato buttato nell’immondizia per errore, ma non mi è mai successo di subire una vera “perdita”. Quando mi hanno detto del furto ho pensato che fosse uno scherzo, ci ho messo un po’ a realizzare che era successo davvero, che non era un film surrealista dove invece dei gioielli della regina, i ladri si erano portarti via un cesso. Ho sempre adorato i film di rapine, ma non mi sarei immaginato di farne parte. Mi chiedo se non siano i ladri i veri artisti, hanno agito con un rapidità e maestria tale che potrebbero essere considerati dei veri performer. Spero che “America” continuerà a essere usata nel bagno di qualcuno, per come l’avevo pensata, senza che il water sia sciolto, diviso in 103 lingotti da un chilo. Cari ladri, se mi state leggendo, per favore fatemi sapere se vi piace il lavoro e che cosa si prova a pisciare sull’oro».
All’epoca del furto, America era valutata 6 milioni di dollari e la compagnia assicurativa Fine Art Specie Adjusters – FASA, offrì una ricompensa per il ritrovamento fino a 100mila sterline, ancora valida. Sette persone furono arrestate ma mai incriminate per il furto. Un agente della compagnia ha dichiarato che nessuno ha ancora ricevuto la ricompensa e che se inizialmente c’erano molte richieste ora è tutto silenzioso. Una portavoce di Blenheim Palace ha dichiarato di non poter commentare l’accaduto, a causa delle indagini della polizia ancora in corso.
Raggiunto dalla BBC, il commissario Matthew Barber ha affermato che «Recuperare il bagno sarebbe una sfida». «Personalmente mi chiedo se abbia ancora la forma di un bagno. Se hai quella grande quantità di oro, penso che sia probabile che qualcuno sia già riuscito a disporne in un modo o nell’altro», ha continuato Barber. Piazzare un’opera del genere non deve essere semplice e l’ipotesi di una fusione, per recuperare il materiale prezioso, potrebbe non essere distante dalla realtà degli eventi. Eppure, perse l’aura autoriale e la forma artistica, il valore del wc non sarebbe più lo stesso.