Arriva finalmente alla conclusione la lunga querelle sull’Ex Cinema America di Roma e, a quanto pare, si tratta di un lieto fine, visto che, a quanto fa sapere il MIBACT, il TAR del Lazio ha respinto, in quanto «palesemente infondato», il ricorso della proprietà per l’annullamento del decreto di dichiarazione di interesse culturale della storica sala cinematografica da parte della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
La corte, nel riconoscere le motivazioni e la correttezza procedurale dell’amministrazione, ha pertanto confermato il vincolo dell’ex Cinema America, decretato sulla base del provvedimento del Ministro Dario Franceschini in favore della tutela dei cinema storici. Una vittoria significativa per Valerio Carocci, presidente dell’Associazione Piccolo Cinema America, che, giusto qualche settimana fa, intervistato da Lucia Annunziata, aveva espresso il suo programma, beccandosi la profezia della giornalista e conduttrice: «Le tra quattro anni sarà candidato a sindaco di Roma».
Il Cinema America, in Piazza di S. Cosimato, nel cuore di Trastevere, chiuse per fallimento nel 1999 e, dopo alcuni anni di abbandono, venne acquistato nel 2002 da Progetto Uno Srl, per ricavarne appartamenti di lusso e un garage. Il 13 novembre 2012, però, con i lavori ormai imminenti e approvati dalla giunta Alemanno, un gruppo di amici ventenni occupò il cinema, fondando l’associazione Piccolo Cinema America che, immediatamente, si fece conoscere in tutta la Capitale per l’organizzazione di festival e di eventi legato al mondo del cinema e aperti alla cittadinanza. Nei diciotto mesi successivi, i volontari rifecero tetto, grondaia, pavimenti, impianto elettrico, creando una biblioteca e un’aula studio, anche grazie a 100mila euro raccolti a suon di sottoscrizioni.
Al seguito di un’attenzione crescente sia da parte della città che del mondo della cultura, gli occupanti proposero a Comune e Regione la candidatura dell’America a bene di interesse culturale, tutelando dunque l’immobile con precisi vincoli di destinazione d’uso. «Abbiamo conquistato a poco a poco un grande affetto. Nasce tutto dalle possibilità di contatti che si generano da altre relazioni, il tutto con estrema naturalezza. Come per il caso del tabaccaio di Natale del Grande che ci diede il numero di Carlo Verdone e lo invitò a venire. La vedova di Bertolucci, Clare Peploe, sapeva quanto Bernardo fosse affezionato alla nostra storia e ha pensato che fosse giusto ricordarlo in Piazza San Cosimato. È stata lei a scrivere a Jeremy Irons e Debra Winger. Le altre situazioni sono analoghe», ci raccontava Carocci in una intervista.
Poi, nel 2015, lo sgombero della polizia, immotivato e improvviso, che doveva portare alla nascita dell’associazione Piccolo Cinema America, che trovò sede proprio affianco al cinema, in un ex forno, concesso a uso gratuito da alcuni cittadini. Da lì, una serie di attività e iniziative, come il festival “Trastevere rione del cinema”, con il sostegno della Regione Lazio, un programma di due mesi di proiezioni gratuite e all’aperto, in piazza San Cosimato, dal primo giugno e fino al primo agosto, accompagnate da incontri con grandi ospiti.
La tegola doveva cadere a metà giugno del 2017, con il verdetto definitivo del Consiglio di Stato che per un vizio di forma faceva decadere il vincolo, dando, di fatto, il via libera alla proprietà e al suo progetto – mai abbandonato – di realizzare gli appartamenti. Ma grazie all’immediata mobilitazione sui Social e all’interessamento della Soprintendenza Speciale di Roma, il nuovo blocco ai lavori.
E oggi arriva finalmente la sentenza del TAR che, una volta per tutte, inserisce il Cinema America tra i cinema storici. Nel 2014, infatti, Dario Franceschini, al suo primo mandato, emanò una direttiva per tutelare appositamente le sale cinematografiche di interesse storico esistenti su il territorio italiano. Sono da considerate “sale cinematografiche storiche” quelle che rivestono significativi riferimenti con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura del nostro Paese e quelle esistenti almeno dal primo gennaio 1980. Tali strutture, qualora già non sottoposte al vincolo storico-artistico, potranno essere interessate da un’istruttoria per dichiararne l’interesse culturale e sottoporle a vincolo di destinazione d’uso, come avvenuto appunto nel caso del cinema America a Roma.
E così, anche quest’anno, nonostante il Covid-19 e certe manovre non proprio generose, i ragazzi del Cinema America potranno proporre il Festival, che si svolgerà dal 3 luglio al 30 agosto, tra Piazza San Cosimato, Parco della Cervelletta e Porto Turistico di Roma a Ostia.
«Ci aspetta una lunga estate che vedrà moltissime famiglie rimanere nelle proprie città sia per motivi lavorativi, sia per difficoltà economiche. Tanti altri sceglieranno invece Roma proprio come meta di turismo nazionale. Noi vogliamo accompagnare le persone in questo tempo sospeso verso una prospettiva di rinascita culturale e di ripresa della vita sociale e aggregativa», hanno dichiarato gli organizzatori.
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