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‹‹Il confronto con il CTS e le integrazioni ai protocolli di sicurezza potranno consentire, in zona gialla, la riapertura di teatri e cinema dal 27 marzo››: lo ha dichiarato il Ministro della Cultura – secondo la nuova definizione – Dario Franceschini che, per la ripartenza, ha scelto la data simbolica della Giornata Mondiale del Teatro. Già nei giorni scorsi, si era registrata un’accelerazione possibilista verso la riapertura di cinema e teatri, in concomitanza con la manifestazione diffusa su tutto il territorio nazionale, organizzata dalle varie associazioni di settore e riunita intorno all’hashtag #unannosenzaeventi. E poi, nella giornata di ieri, che ha visto anche l’approvazione, in sede di Consiglio dei Ministri, del decreto legge che sancisce la scissione del MIBACT nei due Ministeri della Cultura e del Turismo, l’accelerazione decisiva. Che porta anche un’altra notizia attesa: i musei e le mostre potranno aprire anche nel fine settimana e nei giorni festivi – sempre se in Zona Gialla – accogliendo una richiesta avanzata già da molti direttori. I biglietti dovranno essere prenotati e acquistati il giorno prima.
‹‹L’impegno è ripartire il prima possibile, perché la cultura è il vero motore della ripresa››, aveva dichiarato Franceschini, nel giorno del giuramento della sua riconferma. Adesso si aspetta l’ultima parola del Comitato Tecnico Scientifico, che si riunirà tra due settimane per fare il punto della situazione epidemiologica in Italia. Ovviamente saranno disposte tutte le misure di sicurezza necessarie, dal contingentamento degli ingressi al distanziamento dei posti, fino ai biglietti nominali, per favorire il tracciamento. Ovviamente il rientro nelle case dovrà rispettare il coprifuoco delle 22.
Se quella della riapertura è un’idea condivisa da tutti, sul metodo però si registrano divergenze. L’Associazione Teatri Italiani Privati, infatti, ha messo in evidenza le difficoltà nel ripartire con gli spettacoli nel giro di 30 giorni, dopo un anno di porte chiuse e zero incassi, e chiede al ministro un incontro. ‹‹L’Atip evidenzia l’impossibilità per il settore privato dello spettacolo dal vivo di ipotizzare una riapertura delle sale nei prossimi 30 giorni senza la certezza di un sostegno economico e operativo››, si legge nella nota diffusa dall’associazione.
In particolare, si sottolinea la necessità di valutare le obiettive difficoltà delle aziende private produttrici e organizzatrici degli spettacoli dal vivo che operano rischiando in proprio e senza il sostegno di significative risorse Statali. ‹‹Il clima di incertezza, l’assenza di un protocollo sanitario specifico e collaudato per i lavoratori del palcoscenico, le restrizioni ancora presenti e la riduzione delle capienze impediscono di fatto di poter tornare a lavorare in sicurezza nei teatri››, continua la nota.