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Entrerà in vigore il 18 maggio il regolamento di riorganizzazione del Ministero della Cultura, voluto dal ministro Gennaro Sangiuliano e approvato già lo scorso novembre. Articolato in quattro titoli e quaranta articoli, il nuovo piano prevede un’articolazione in quattro dipartimenti, laddove la precedente struttura era invece suddivisa in 26 direzioni generali, tra centrali, periferiche e uffici dotati di autonomia. I dirigenti dei nuovi dipartimenti saranno di nomina diretta del Ministro, mentre sarà soppressa la figura del Segretario Generale, incarico attualmente retto da Mario Turetta, nominato nell’aprile 2023. Le Direzioni generali invece passano a 13, con la creazione della Direzione generale Affari europei e internazionali e della Direzione generale per la digitalizzazione e la comunicazione.
Il rischio di una filiera opaca
Con il nuovo regolamento se, sulla carta, la distinzione tra gli ambiti del Ministero della Cultura sembra essere diventata piuttosto netta, per esempio con l’introduzione di una “filiera” separata tra la tutela e la valorizzazione, nella pratica le cose potrebbe farsi complicate, con rischi di sovrapposizioni – e quindi anche di nodi burocratici – già ravvisati da vari commentatori. Per dirimere le questioni di sovrapposizioni e competenze, oltre che per il coordinamento delle attività dipartimentali, è stata istituita la Conferenza dei capi dei Dipartimenti con compiti di programmazione, indirizzo e controllo, composta dal ministro, che la presiede e la convoca, anche su proposta di almeno uno dei capi dei Dipartimenti, nonché dal capo di Gabinetto e dai capi dei Dipartimenti.
Oltre all’opacità tra le competenze, l’altra criticità è ravvisabile nell’allungamento della catena di comando, con conseguente aumento delle poltrone dirigenziali: gli incarichi di livello generale passano da 27 a 32, mentre quelli di livello non generale da 192 a 198.
I Dipartimenti e le Direzioni Generali
Nello specifico, dunque, il Ministero si diramerà in quattro Dipartimenti: DIAG – Dipartimento per l’amministrazione generale con funzioni trasversali, DIT – Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale e del Paesaggio, DIVA – Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale, DIAC – Dipartimento per le attività culturali. Ogni dipartimento coordina direttamente uffici di livello dirigenziale generale. Di cosa si occuperanno questi dipartimenti?
Il DIAG è articolato in quattro uffici di livello dirigenziale generale: Direzione Generale RUO – Risorse umane e organizzazione, DG BPM – Bilancio, programmazione e monitoraggio, DG AEI – Affari europei e internazionali, DG DCO – Direzione generale Digitalizzazione e comunicazione. Tra le sue competenze, rientra anche il controllo sulle società in house del Ministero, come Ales, la società che fornisce servizi ai musei, e Istituto Luce Cinecittà.
Il DIT è articolato in tre uffici dirigenziali di livello generale: DG ABAP – Archeologia, belle arti e paesaggio, DG ARC – Archivi, e la Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, che opera nell’ambito del DiT come articolazione organizzativa. Esercita le competenze del Ministero in materia di tutela dei beni culturali, dei beni di interesse archeologico, anche subacqueo, di beni storici, artistici, demoetnoantropologici, architettonici e del patrimonio immateriale.
Il DIVA è articolato in 15 uffici dirigenziali di livello generale: la Direzione generale Musei (MUSE) e 14 musei e parchi archeologici dotati di autonomia speciale – tra cui, per esempio, la Reggia di Caserta, gli Uffizi di Firenze, la Pinacoteca di Brera e il Museo di Capodimonte di Napoli – che operano, come articolazioni organizzative, nell’ambito del DIVA. Il DIVA si occuperà delle collezioni dei musei e luoghi della cultura statali, oltre che del coordinamento del sistema museale nazionale.
Il DIAC – Dipartimento per le attività culturali è articolato in quattro uffici dirigenziali di livello generale: DG SPE – Spettacolo, DG CA – Cinema e audiovisivo, DG CREA Direzione generale Creatività contemporanea (il precedente acronimo era DGCC), DG BIC Biblioteche e istituti culturali. Per il settore dell’arte contemporanea, di particolare rilievo erano le attività svolte dalla ex DGCC, che si occupava, tra l’altro, dell’organizzazione del Padiglione Italia, oltre a promuovere i bandi, tra gli altri, dell’Italian Council e del PAC – Piano Arte Contemporanea. Il DIAC si occuperà anche della promozione dello spettacolo, delle attività teatrali, musicali, di danza e delle attività cinematografiche, oltre che della promozione delle produzioni cinematografiche, audiovisive, radiotelevisive.