In seguito a numerosi tentativi falliti di risolvere la disputa in modo «discreto e amichevole», la Cy Twombly Foundation ha deciso di fare causa al Louvre di Parigi, accusato un mese fa dalla Fondazione di aver compromesso il dipinto parietale realizzato dall’artista tra il 2007 e il 2010 all’interno della Sala dei Bronzi, coinvolta in recenti lavori di ristrutturazione. Le modifiche apportate—la sostituzione del pavimento da marmo bianco a parquet e la ritinteggiatura delle pareti, da toni chiari e luminosi al color ruggine—hanno inevitabilmente sconvolto l’armonia tra l’opera site specific e lo spazio circostante.
David Baum, consulente legale della Cy Twombly Foundation, ha riferito ad Artnet News che la decisione di denunciare ufficialmente il Louvre è stata presa solamente dopo aver provato a gestire la questione amichevolmente, senza ricevere dal museo una risposta sostanziale. «Il Louvre ha risposto alla querela solamente tramite stampa», ha detto Baum. Due testimoni stanno sostenendo l’azione legale presa dalla fondazione: l’ex presidente del Louvre Henri Loyrette, che aveva commissionato a Twombly l’installazione, e la ex curatrice del Louvre Marie-Laure Bernadac, che ha supervisionato il progetto e ne ha successivamente scritto un libro. Loyrette ha dichiarato che l’obbiettivo del progetto «è stato quello di realizzare una dichiarazione permanente nel contesto dell’insieme architettonico e decorativo, per completarlo», e che «cambiare la natura del pavimento, e la struttura e il colore delle pareti, altera completamente il suo significato e la sua percezione, finendo per sfigurarlo».
Un portavoce del Louvre ha riferito che il museo non ha intenzione di riportare la stanza alla sua condizione iniziale: «Il Louvre decide autonomamente quali collezioni presentare e la sua museografia. Nel contratto, all’interno del paragrafo dedicato ai diritti morali, non è menzionato da nessuna parte il dovere di consultare l’artista per cambiamenti legati alla museografia della stanza. Nell’introduzione c’è chiaramente scritto che il Louvre è un museo vivente, e per questo è possibile che cambi».
La discussione, scoppiata proprio a ridosso della fine del terzo mandato del direttore Jean-Luc Martinez, prevista in aprile, ha suscitato il sospetto di una possibile speculazione contro il rinnovamento della sua posizione. In un’intervista del periodico francese Paris Match, lo stesso Martinez ha dichiarato: «Ho notato che la disputa è apparsa quando ho chiesto il rinnovamento del mio mandato. Questo processo di ristrutturazione è già stato pianificato dal 2008. Quando nel 2010 Cy Twombly ha dipinto il soffitto, era perfettamente consapevole di tutto, era scritto nel suo contratto. Il soffitto non è stato toccato, e non succederà in futuro, è là e là rimarrà per sempre. Cosa potrei dire più di questo?».
Ma Baum ha contestato l’interpretazione del direttore. «La Fondazione è amareggiata dal tentativo del museo di deviare e distrarre la stampa e il pubblico con un racconto forzato. Questa causa non ha niente a che fare con la campagna di Martinez per il rinnovamento della sua posizione». Baum ha poi precisato che l’opera era stata iniziata da Twombly nel 2007, e ha sottolineato la conseguente incoerenza di Martinez nel dichiarare che i lavori erano stati pianificati dal 2008, e allo stesso tempo che l’artista ne fosse a conoscenza fin dall’inizio, «quali che fossero le cosiddette ristrutturazioni previste per le altre stanze, non c’era ovviamente in prospettiva nessun piano per modificare la Sala dei Bronzi».
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