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Nei giorni scorsi il Van Gogh Museum di Amsterdam è stato letteralmente preso d’assalto da centinaia di fan dei Pokemon, alla febbrile ricerca di una carta speciale, a tiratura limitata, raffigurante Pikachu, uno dei personaggi più amati del popolarissimo franchise giapponese. Trattandosi di un evento a tema artistico, nella carta, la caratteristica creatura dalle paffute guance rosse è ritratta con famoso il cappello di feltro grigio dell’Autoritratto realizzato da Van Gogh nel 1887, a Parigi, e attualmente nella collezione del Van Gogh Museum. Per avere diritto alla carta, i fan dovevano acquistare una serie di articoli della serie Pokémon X Van Gogh, in vendita presso lo shop del museo. Cosa sarebbe potuto andare mai storto?
Il progetto in realtà era iniziato già con il piede sbagliato. Sulle carte speciali si erano infatti fiondati immediatamente i bagarini, che le hanno acquistate in massa, insieme agli altri oggetti collezionabili, per poi mettere tutto in vendita su eBay a prezzi maggiorati, arrivando a chiedere anche 1.700 euro per una carta di Pikachu. Panico anche sui siti degli shop di Pokémon Centre andati in tilt per le troppe richieste e presso i rivenditori fisici, con lunghissime e non sempre ordinate code di clienti.
E così, quando è stata aperta la vendita della carta anche al Van Gogh Museum si è scatenata una vera caccia alla diligenza. Online girano diversi video nei quali folle di persone si accalcano nello shop del museo per acquistare l’agognato merchandising e ottenere le carte. E dire che la collaborazione aveva tutt’altri intenti.
Secondo la Direttrice del museo, Emilie Gordenker, doveva permettere «Alla prossima generazione di conoscere l’arte e la storia di Vincent van Gogh in un modo tutto nuovo», proponendosi come «Un’esperienza speciale per i bambini, per i loro tutori e, speriamo, per tutti i visitatori». Oltre alla carta di Pikachu con cappello, sono stati infatti realizzati anche altri prodotti che mettono insieme i personaggi dei Pokemon e le opere più iconiche di Van Gogh, per esempio i disegni realizzati dai disegnatori ufficiali del media franchise di Snorlax e Munchlax che soggiornano comodamente nella Camera da letto e Sunflora mimetizzata tra i Girasoli. Le opere saranno visitabili in una mostra aperta fino al 7 gennaio 2024 e in programma anche una serie di attività educative e didattiche, per mettere in evidenza il legame tra Vincent van Gogh e le stampe giapponesi, dalle quali il grande artista mutuò non solo l’uso di piani piatti e colori forti, ma anche l’attenzione ai soggetti quotidiani e ai dettagli della natura.
Eppure, sembra che i fan dei Pokemon non abbiano fatto troppa attenzione alla suggestione di questa connessione e, durante la giornata di lancio dei prodotti nello shop del museo, si sono limitati ad arraffare tutto il possibile prima degli altri, esaurendo l’inventario in pochi minuti, e a scappare spintonando i visitatori, non degnando nemmeno di un’occhiata la mostra. Considerando che scene del genere sono più che frequenti in eventi simili, la The Pokémon Company avrebbe potuto gestire l’evento in maniera diversa. Per di più, nella doverosa lettera di scuse che la stessa compagnia ha diffuso poco dopo, non si menziona il disagio – e anche qualche danno – causato al Van Gogh Museum ma si promette, invece, la distribuzione di nuove carte, questa volta con stock più ampi per accontentare tutti i fan dei Pokemon.
Echt zin in een dagje Van Gogh museum om Pokémon te kijken 😎😎😎 pic.twitter.com/txMKLKxzk4
— monkeloidtv (@monkeloidtv) September 28, 2023
In realtà non bisognava/bisogna acquistare nulla del merchandising obbligatoriamente, ma solo il biglietto per il museo. Il tutto consiste nel visitare la mostra organizzata per l’occasione, dove viene consegnato al visitatore una simil brochure da completare con informazioni riguardanti i Pokémon e Van Gogh, che poi va restituita al personale, che provvederà a rilasciare la carta. Penso fosse scontato il caos dei primi giorni, conoscendo la fama dei Pokémon a livello mondiale, bisogna vedere nei prossimi mesi come andrà!
È sbagliato descrivere questa gente come “fan dei Pokémon”, questi sono semplicemente bagarini che hanno voluto rovinare la possibile esperienza di quelli che sono veramente fan dei Pokémon.
È possibile che nemmeno sappiano cosa sia il brand, l’importante è lucrarci.