«Firenze è molto bella e vorrei tornasse ai cittadini e non fosse schiacciata dal turismo. Non troviamo più un negozio, una bottega normale ma solo cose esclusivamente per turisti con gadget e souvenir e questo andrebbe frenato. Così la direttrice Cecilie Hollberg, a margine della conferenza di presentazione dei risultati ottenuti nel 2023 dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, ha descritto la situazione attuale della città. Nominata nell’agosto 2015, nell’ambito della riforma voluta dall’allora Ministro Dario Franceschini, la storica di origini tedesche, classe 1967, già direttrice dello Städtisches Museum Braunschweig, ha ripercorso gli eventi e i numeri che hanno caratterizzato l’ultimo anno appena trascorso ma ha anche affondato il colpo: «Una volta che una città è diventata meretrice sarà impossibile farla tornare vergine e se non si mette adesso il freno assoluto non ci sarà più speranza». Facendo eco al giudizio già pronunciato, diverse settimane fa, da Eike Schmidt, allora ancora direttore degli Uffizi e nel frattempo nominato al Museo di Capodimonte di Napoli, che aveva definito Firenze come sempre «Più insicura e sporca».
Dal 2015 a oggi, gli ingressi hanno avuto un incremento del 42%, grazie anche a diverse scelte strategiche come le aperture serali che si sono tenute durante i periodi estivi. Nel 2015 si registravano 1.415.409 visitatori, mentre al 31 dicembre 2023, il museo ne ha contati 2.013.974, un trend che è andato ad aumentare in maniera esponenziale, nonostante lo stop dei due anni di pandemia.
Tanti i progetti, come Le sculture di David a Firenze tra Storia e simbolo, una produzione video nata durante il Covid, ultimata nel 2023 e presentata a marzo al Teatro Niccolini. Un’operazione corale che ha messo insieme, oltre alla Galleria dell’Accademia e i Musei del Bargello, anche l’Accademia di Belle Arti di Firenze, l’Opera di Santa Maria del Fiore e l’Assessorato alla cultura del Comune di Firenze, per raccontare l’eroe biblico, raffigurato nelle sculture di Andrea Pisano, Donatello, Verrocchio e Michelangelo. È stata conclusa la totale digitalizzazione di tutte le opere della Galleria dell’Accademia e sono state finalizzate le acquisizioni di due opere: un busto in marmo che ritrae Napoleone Bonaparte, firmato da Lorenzo Bartolini, e il Crocifisso Corsi, un dipinto su tavola.
Tante anche le collaborazioni. Con l’Istituto degli Innocenti, la Galleria dell’Accademia ha siglato un accordo di collaborazione triennale per dar vita a varie iniziative condivise: concerti, conferenze e visite guidate da tenersi in entrambi i luoghi. Nel 2023, si sono celebrati i 500 anni dalla morte del Perugino (1448-1523) e la Galleria dell’Accademia di Firenze – che di questo artista conserva la Pala di Vallombrosa, datata 1500 – ha collaborato con la Galleria Nazionale dell’Umbria alle celebrazioni.
Varie anche le dispute legali da giurisprudenza, nello specifico per i diritti di immagine: la Galleria dell’Accademia di Firenze ha vinto, nel 2023, importanti cause sull’uso illecito a fini commerciali dell’immagine del David di Michelangelo, contro una nota casa editrice e altre società.
Nel 2024 sono già in programma le celebrazioni dell’ottavo centenario dalla morte di San Francesco: la Galleria dell’Accademia e l’Opera di Santa Croce realizzeranno un nuovo progetto con lo storico dell’arte Andrea Di Lorenzo. In questo ambito saranno ricostruite in 3D le formelle dell’armadio della sacrestia di Santa Croce, originariamente composto da 28 dipinti su tavola di Taddeo Gaddi, che rappresentano le Storie di San Francesco, molte delle quali conservate proprio alla Galleria.
Inoltre, il bookshop sarà riallestito e ammodernato, in sintonia con l’attuale percorso espositivo. Nuovo look anche per le divise del personale di sala che saranno ridisegnate
dagli studenti del POLIMODA, The Fashion School in Florence.
Ma a nulla sono valsi i risultati ottenuti, guai a toccare la città dei Guelfi e Ghibellini: la reazione è stata immediata. «Le parole della direttrice uscente dell’Accademia Hollberg sulla nostra città sono semplicemente deliranti. Definire Firenze una prostituta è l’offesa più grave mai sentita da una persona, che peraltro ricopre un ruolo istituzionale così rilevante», ha commentato la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini. Che ha esteso il concetto espresso da Hollberg: «Dunque i fiorentini sarebbero figli di una meretrice e i turisti clienti di una meretrice? Hollberg offende la storia di Firenze, dove ha lavorato, offende il lavoro di migliaia di persone e soprattutto offende i fiorentini, proprio lei che da non fiorentina a Firenze deve moltissimo».
Ha fatto sentire la sua voce, da ex sindaco di Firenze, anche Matteo Renzi: «Presenterò al Ministro Sangiuliano una interrogazione sulle frasi vergognose della direttrice della Galleria dell`Accademia, Cecilie Hollberg. Definire Firenze una meretrice è inaccettabile. Hollberg deve scusarsi o dimettersi». Chiamato in causa, ha detto la sua anche Gennaro Sangiuliano: «Reputo gravi e offensive la parole della direttrice della Galleria dell’Accademia, Cecilie Hollberg su Firenze. Firenze è una meravigliosa città che rappresenta una parte rilevante della nostra identità e storia nazionale. Offenderla significa colpire tutta l’Italia e i nostri sentimenti. La direttrice Hollberg, nominata dal mio predecessore, rappresenta lo Stato e il patrimonio italiano e non può adoperare questo linguaggio. Valuterò, alla luce della normativa vigente, tutte le iniziative del caso».
«Mi dispiace aver usato le parole sbagliate», ha aggiustato il tiro Hollberg. «Lungi da me offendere qualcuno tantomeno i fiorentini che come me vivono quotidianamente questa città. Quello che intendevo dire è che Firenze deve essere testimone per tutta Italia di un turismo sempre più consapevole, non mordi e fuggi. Noi con la Galleria dell’Accademia di Firenze abbiamo cercato di concentrare tutte le nostre energie, come raccontato anche stamani in conferenza stampa nel far sì che il museo diventasse di tutti e valorizzasse ogni sua parte straordinaria, non fermandosi alla visita solo per ammirare il David ma tutti i suoi capolavori».
Al di là delle parole troppo forti e delle orecchie troppo pure, anche per Firenze quello dell’overtourism è un problema. Secondo i dati raccolti dal Centro Studi Turistici di Firenze, nel 2022 i turisti che hanno soggiornato a Firenze, tra alberghiero ed extra alberghiero, sono stati 3 milioni e 258mila. A cui dovrebbero aggiungersi circa 3,5 milioni di persone transitate in giornata. Con una media di 21mila turisti al giorno, concentrati chiaramente nell’area del centro storico. Dunque, nell’anno che ha segnato l’allentamento definitivo dalle norme anticovid, i turisti venuti a Firenze sono circa 20 volte i suoi 366mila abitanti. Sul lato oscuro della medaglia – o sull’altro piatto della bilancia – negli ultimi 20 anni sarebbero 148mila i residenti andati via dalla città che, dunque, a dispetto delle apparenze, si starebbe svuotando.
Ma per il sindaco Nardella, «Il turismo è una risorsa, va gestito ma non c’è un solo tema sul quale questa amministrazione non si sia battuta, dalla tutela del centro storico con regolamento Unesco alla tutela dei prodotti tipici, allo stop a determinate attività e da ultimo con la norma che stoppa gli affitti brevi».
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