Il Forum dell’Arte Contemporanea Italiana, in una inedita versione total web, è entrato nel vivo dei suoi lavori. In attesa dell’assemblea plenaria online, che si svolgerà il 30 maggio, è già possibile delineare un resoconto midterm delle proposte e delle considerazioni avanzate nel corso dei tavoli di discussione. «In un confronto aperto con un ampio ventaglio di interlocutori, il Forum dell’arte contemporanea propone quindi un dibattito per elaborare proposte da mettere su un tavolo di discussione con le amministrazioni pubbliche, che permetta l’auspicata attuazione di politiche di sostegno urgente e di difesa sul medio e lungo periodo di competenze e saperi messi sotto scacco dall’attuale contingenza e dalla debolezza strutturale del sistema artistico italiano», spiegavano dal Forum. Sei i tavoli di discussione, i cui interventi sono raccolti in un blog.
Sull’unlearning, cioè l’apprendere in modo diverso, e sull’undercommons, le azioni sovversive e sotterranee attraverso le quali si prova a sfuggire al controllo della politica, impadronitasi dei beni comuni, si sofferma Maria Rosa Sossai, intervenuta al Tavolo 1, “Dalla città creativa alla città della cura, proposte per nuovi paradigmi relazionali”, coordinato da Pietro Gaglianò, Emanuele Braga e Marco Baravalle. Sossai ha parlato di una sorta di ribaltamento della prospettiva: «L’attività creatrice è già in mezzo a noi, senza che sia necessario spostarsi nei luoghi deputati all’arte e in assenza dell’artista riconosciuto come tale dal sistema dell’arte e dalle quotazioni di mercato».
“È il momento di trasformare l’Italian Council in ente autonomo e a sostegno continuativo” è il titolo del Tavolo 2 che, coordinato da Matteo Lucchetti e Valerio Del Baglivo, si amplia a un discorso che riguarda le nuove metodologie e i nuovi formati per ripensare alla ricerca e alla produzione artistica. Tra i vari spunti emersi, si segnala la necessità di sviluppare nuovi programmi che promuovano processi di co-creazione tra artisti. Necessario anche un cambiamento di statuto e di lessico: «L’idea di bando è limitante. Sostituirla con quella di fondo (tipo FUS)».
Il primo punto all’ordine del giorno del Tavolo 3, “La cosa pubblica: diritto e necessità. Quali prospettive per le istituzioni artistiche?”, coordinato da Lorenzo Balbi e Anna Daneri con Federica Patti e Silvia Simoncelli, riguarda le pratiche sperimentali di ripartenza post-coronavirus e le vie di progettazione di medio e lungo termine, mentre sul dialogo tra società, politica, economia e sistema della cultura e dell’arte è incentrato il Tavolo 4, coordinato da Neve Mazzoleni e Aria Spinelli.
Armonizzare aliquota Iva su acquisto opere d’arte, incentivare il mecenatismo attraverso benefici fiscali, favorire le aziende che dispongono di una corporate collection esposta pubblicamente, imporre una norma chiara per una eventuale tassazione dei collezionisti. Sono alcune tra le proposte avanzate da Maria Grazia Longoni Palmigiano, avvocato, partner e responsabile del Team Arte di LCA Studio Legale, intervenuta al Tavolo 5, “Quale futuro per il mercato dell’arte?”, coordinato da Cristina Masturzo e Adriana Polveroni. Una maggiore considerazione dei galleristi e il loro riconoscimento come operatori fondamentali del sistema socio-culturale del Paese, è la richiesta della gallerista Alberta Pane. Istituire una specifica legislazione per le Imprese Culturali, differenziate dalle gallerie con sola finalità commerciale, è la proposta di Beatrice Bertini e Benedetta Acciari, della Galleria Ex Elettrofonica di Roma.
Uno sguardo al passato recente, per capire come siamo arrivati a questa situazione, sarà aperto dalla discussione del Tavolo 6, “Il lavoro nell’arte: se la normalità era il problema”, coordinato da Francesca Guerisoli ed Elena Mazzi, di AWI – Art Workers Italia. «Il Tavolo intende affrontare precise questioni per indirizzare proposte concrete volte alla ristrutturazione del sistema stesso, partendo da due osservazioni: la mancanza di un riconoscimento giuridico, economico, fiscale e previdenziale della contemporanea categoria delle arti visive; la cattiva gestione e utilizzazione del lavoro degli artisti/e e dei professionisti/e delle arti visive, il cui trattamento economico appare drasticamente peggiorato nell’ultimo decennio», spiegano le coordinatrici. I risultati e le proposte verranno comunicati il 30 maggio.
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