Azioni strategiche e un programma di interventi ad ampio respiro, per salvaguardare quelle che, a tutti gli effetti, possono essere considerate delle imprese profondamente radicate al territorio: le gallerie d’arte. A lanciare l’appello, rivolto al Ministro della Cultura, Dario Franceschini, l’ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea che, dopo la lettera dello scorso anno (qui la nostra intervista al presidente Mauro Stefanini) torna a richiamare l’attenzione del Governo sulla necessità di fornire risposte concrete al sistema dell’arte italiano, a partire dalle gallerie, duramente colpite dalle pur necessarie misure di sicurezza per il contenimento della pandemia.
Restrizioni nella fruizione degli spazi, chiusure delle attività commerciali – ricordiamo che le gallerie private, rivolte al commercio al dettaglio di oggetti d’arte, rientrano in un codice ATECO comparabile a quello dei negozi –, sospensione delle fiere, che rimangono degli appuntamenti imprescindibili nella programmazione del “bilancio” annuale. Sono tutti provvedimenti che, alla lunga, hanno fatto sentire il proprio impatto sul volume di affari della categoria che, composta da soggetti economici e da operatori culturali, ha una ricaduta diretta su larga parte della filiera dell’arte, anche in quei luoghi dove non sono presenti spazi espositivi pubblici.
Secondo quanto riportato dall’ANGAMC, circa 5mila sono le mostre che, ogni anno, vengono realizzate dalle gallerie, «Dando lavoro ad un numero indicativo di 10mila operatori (assistenti di galleria, artisti, curatori, restauratori, trasportatori specializzati etc.)», per un comparto che genera importanti ricadute anche in altri ambiti economici, come il settore ricettivo.
Per risanare questa situazione che, tra stop & go, si protrae da un anno e oltre, è necessario pensare a un piano di azione strutturale che, magari, possa affrontare e superare anche quelle questioni che da sempre appesantiscono il comparto, per incentivare la ripresa degli investimenti. Art Bonus, IVA primo mercato, IVA importazioni, SIAE/diritto di seguito, sono tra le criticità sulle quali si è già ampiamente dibattuto, «Difficoltà già segnalate lo scorso marzo al ministro Franceschini da parte dei principali operatori del mercato dell’arte in Italia riuniti in un gruppo di lavoro apposito, denominato “Progetto Apollo”», spiegano da ANGAMC.
«Quello dell’arte è un mercato globale e competitivo in cui l’Italia si è ritrovata spesso ai margini a causa di norme restrittive e anacronistiche già superate in altri Paesi concorrenti», ha sottolineato il presidente ANGAMC, Mauro Stefanini, nella sua lettera al Ministro Franceschini.
«Un chiaro esempio ci viene offerto dalle gravi problematiche generate dalla mancata attuazione della riforma introdotta dalla legge 4 agosto 2017 n. 124 (c.d. “Legge Concorrenza”). In questo caso, a fronte di un lodevole tentativo di riforma del settore in senso liberale ed europeo, riscontriamo che gran parte delle indicazioni ivi contenute sono ancora largamente disattese. Ad oggi dilagano molteplici interpretazioni della legge che rendono impossibile operare con chiarezza ed efficacia e producono un considerevole aumento dei contenziosi amministrativi», ha continuato Stefanini.
«La drammatica e complessa situazione che stiamo vivendo si può affrontare solo attuando azioni strategiche e programmando interventi finalizzati ad una rapida ripresa degli investimenti nel settore», ha concluso Stefanini.
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ma scusate, scrivere a franceschini è come scrivere a salvini, non c'è strada, non c'è una minima visione,
sono ambedue totalmente complementari e ignari di cosa sia la cultura, non sanno e non gli interessa rispondere a nessuno,
sono lì per questo, per non esserci per non esistere.
rivolgiamoci a persone competenti, non perdiamo tempo, con persone di nessun valore e visione
un abbraccio,
maurizio cont