21 gennaio 2023

Getty Images porta in tribunale l’intelligenza artificiale di Stable Diffusion

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Un caso di violazione del copyright potrebbe decidere il futuro dell'arte dell'intelligenza artificiale: Getty Images porta in tribunale Stable Diffusion

Immagini generate usando Stable Diffusion

Sembrano ormai distanti i tempi in cui un Jeff Koons o un Maurizio Cattelan potevano essere accusati di plagio. Dopo la controversia legata alle immagini “tossiche” generate dall’app Lensa, adesso all’Intelligenza Artificiale tocca difendersi in tribunale e dovrà anche spremere le meningi perché a citarla in giudizio è una delle superpotenze nel mercato delle immagini stock. Stiamo parlando di Getty Images, che ha intentato una causa al tribunale di Londra contro Stability AI, la società produttrice e proprietaria di Stable Diffusion, per violazione del copyright. Un caso che potrebbe aiutare a stabilire i limiti di ciò che l’arte artificiale può generare legalmente.

Pubblicato nel 2022, Stable Diffusion è un modello di apprendimento automatico profondo, in inglese deep learning, e viene usato principalmente per generare immagini partendo da elementi testuali, frasi e descrizioni più o meno complesse. Per arrivare a formulare le immagini che descriviamo – e solo la nostra fantasia sembra essere il limite – Stable Diffusion è stato addestrato su coppie di immagini e didascalie tratte da LAION-5B, un set di dati pubblicamente disponibile, composto da 5 miliardi di coppie immagine-testo. Un’analisi svolta da terze parti sui dati di addestramento del modello, ha identificato che su un sottoinsieme più piccolo di 12 milioni di immagini tratte dal set di dati originale più ampio utilizzato, circa il 47% della dimensione del campione delle immagini proveniva da 100 domini diversi, con Pinterest che occupava l’8,5% del sottoinsieme, seguito da siti web come WordPress, Blogspot, Flickr, DeviantArt e Wikimedia Commons.

Immagine generata usando Stable Diffusion

Secondo Getty Images, agenzia fotografica con sede a Seattle, con un archivio di 80 milioni di immagini, Stability AI avrebbe violato i diritti di copyright lei posseduti o rappresentati. In sostanza Stable Diffusion starebbe copiando ed elaborando illegalmente milioni di immagini protette da copyright e i metadati associati, in assenza di una licenza, «A beneficio degli interessi commerciali di Stability AI e a scapito dei creatori di contenuti», ha affermato Getty in una dichiarazione.

Bisogna evidenziare anche che le immagini di stock di Getty sono visibili pubblicamente online ma con una filigrana, che viene rimossa solo dopo aver acquistato una licenza. Dunque, ciò che il giudice aiuterà a stabilire è ciò che un modello di intelligenza artificiale può fare con le immagini che trova su Internet, in particolare quelle protette da copyright. «Pensiamo che questi modelli generativi debbano affrontare i diritti di proprietà intellettuale di altri, questo è il punto cruciale», ha detto a The Verge Craig Peters, amministratore delegato di Getty Images.

Una sentenza avversa a Stability AI potrebbe impedire ai modelli di intelligenza artificiale di utilizzare immagini protette da copyright senza aver ottenuto una licenza, costringendo gli sviluppatori a pagare il copyright o a eliminare le immagini protette dai loro set di addestramento. Ciò comporterebbe una diminuzione significativa di materia prima, andando a degradare il risultato finale dell’elaborazione.

Probabilmente sarà chiamata in causa la dottrina del “fair dealing”, che nel Regno Unito fa le veci del famigerato “fair use” statunitense, del quale abbiamo letto e scritto in molte delle cause che hanno coinvolto il mondo dell’arte contemporanea (come nel caso della serie “Prince” di Andy Warhol).  Però, mentre la legge statunitense è generalmente permissiva sull’utilizzo di immagini di dominio pubblico, quella britannica è più rigida. Una volta provata la contraffazione, l’eventuale difesa dovrà ricadere in una di queste eccezioni: ove l’uso sia a fini di ricerca o di studio privato; ove sia per consentire critiche o revisioni; ove sia finalizzato alla presentazione di fatti di cronaca.

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