La guerra tra Israele e Hamas divide il mondo della cultura. Qualche giorno fa, raccontavamo della lettera firmata da circa 8mila artisti e autori provenienti da ogni parte del mondo, come Barbara Kruger, Jeremy Deller, Paul B. Preciado, Tania Bruguera, Kara Walker, Emil Jacir e Brian Eno, per citarne solo alcuni, in cui si richiedeva di cessare la violenza indiscriminata e l’oppressione perpetrata da Israele nei territori della Striscia di Gaza. La lettera, pubblicata da Artforum, esprime il supporto «Alla liberazione della Palestina» e «La fine della complicità dei nostri governi nelle gravi violazioni dei diritti umani e nei crimini di guerra». Nel testo sono citati anche i report delle varie ONG nei quali vengono condannate le azioni violente di Israele, che da anni viola le leggi internazionali per imporre un regime di apartheid sui territori palestinesi. «Noi, i firmatari, rifiutiamo la violenza contro tutti i civili, a prescindere dalla loro identità, e chiediamo di porre fine alla causa principale della violenza: l’oppressione e l’occupazione». E la risposta non si è fatta attendere. La comunità artistica israeliana ha replicato alla «Atroce lettera aperta pubblicata dalla comunità dell’arte e dalle organizzazioni culturali», con una propria dichiarazione riportata su Instagram.
«La cosa più sconvolgente è la totale assenza di qualsiasi menzione delle oltre 200 persone rapite, la maggior parte delle quali civili, compresi neonati, bambini, anziani e malati», si legge. «Gli ostaggi non fanno parte dell’umanità a cui fanno appello. Con l’omissione, stanno legittimando il rapimento di civili», continua il testo, specificando che «Ignorando i diritti di tutti coloro che vivono in Israele, è come se coloro che hanno firmato la lettera stessero disumanizzando tutti coloro che vivono in Israele, i 9 milioni di persone che hanno il diritto di esistere».
Sulla vicenda sono intervenuti anche i noti galleristi Dominique Lévy, Brett Gorvy e Amalia Dayan. «Siamo angosciati dalla lettera aperta recentemente pubblicata da Artofurum, che non riconosce l’emergenza dei rapimenti di massa, il contesto storico e le atrocità commesse in Israele il 7 ottobre 2023, il giorno più sanguinoso nella storia ebraica dai tempi dell’Olocausto».
Nel frattempo, l’artista palestinese Emily Jacir, vincitrice del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 2007, ha dichiarato che un discorso che avrebbe dovuto tenere a Berlino è stato annullato. Già nelle scorse settimane aveva fatto discutere la cancellazione della premiazione della scrittrice palestinese Adania Shibli, alla Fiera del libro di Francoforte. Sebbene Jacir non abbia specificato altri particolari, potrebbe trattarsi di un workshop curato dall’Università di Potsdam presso Hamburger Bahnhof, un museo di Berlino. Autrice di film, fotografie e installazioni, Jacir ha co-fondato il Dar Yusuf Nasri Jacir for Art and Research, un centro artistico a Betlemme, in Cisgiordania, danneggiato, secondo quanto riportato dalla stessa Jacir, nel corso di un attacco delle forze israeliane nel 2021.
Inoltre i Musei del Qatar hanno annullato la cerimonia di apertura di una grande mostra dedicata a Dan Flavin e Donald Judd. Sebbene non sia stato chiarito il motivo della cancellazione, il tempismo con l’attuale situazione di crisi sembra essere significativo. «Questo momento turbolento e doloroso non è adatto per festeggiare», ha detto in una nota un portavoce dei Musei del Qatar. Sebbene la guerra non sia stata menzionata direttamente, le istituzioni qatariote hanno dato il loro sostegno alla Palestina, proiettandone la bandiera sulla facciata del Museo di Arte Islamica, non molto tempo dopo l’attacco di Hamas.
Dall’altra parte dello schieramento, i direttori di tutti i principali musei israeliani hanno chiesto all’ICOM – International Council of Museums, l’organizzazione internazionale dei musei, di condannare Hamas come organizzazione terroristica «Con il massimo fervore».La richiesta è stata pubblicata in una lettera dai termini molto forti, circolata il 22 ottobre, tramite il sito del comitato istraeliano dell’ICOM Israel. Si intitola: “Urgente: appello per una posizione forte da parte dell’ICOM sui recenti eventi in Israele”. Scritta dalla presidentessa di ICOM Israele, Raz Samira, tra i firmatari compaiono Suzanne Landau, direttrice del Museo di Israele di Gerusalemme, Tania Coen-Uzzielli, direttrice del Museo d’Arte di Tel Aviv, e Yotam Yakir, direttore dei musei di Haifa.
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