-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ad annunciare la data, è stato il Presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa: dal 26 aprile tornano le Zone Gialle e, quindi, per le regioni a basso rischio Covid, si prospetta la concreta possibilità di riaprire tutte le attività di ristorazione, i negozi, i centri sportivi e i luoghi della cultura. Una data che cade con un anticipo significativo rispetto ai piani originari, che si riferivano ai primi giorni di maggio. Una o due settimane prima insomma – e sappiamo questo lasso di tempo cosa vuol dire, nei calcoli e nella diffusione del Covid-19 – ma secondo Draghi e il ministro della Salute, Roberto Speranza, si tratta di un rischio calcolato, per il ritorno alla normalità: «Si può guardare al futuro con ottimismo», ha dichiarato il Presidente. E un risultato lo porta a casa anche il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, che nei giorni scorsi, a seguito della riapertura dello Stadio Olimpico di Roma per gli Europei di calcio di giugno, aveva alzato la voce contro una palese disparità di giudizio che avrebbe non solo penalizzato ma addirittura beffato il suo settore.
Nel nuovo Decreto si darà maggiore impulso alle attività all’aperto, con i ristoranti che potranno aprire anche a cena purché con tavolini all’aperto, mentre le scuole di ogni grado potranno riaprire completamente in presenza nelle Zone Gialla e Arancione, mentre nella Zona rossa le lezioni si terranno in presenza fino alla terza media e a distanza al 50% alle superiori. Via libera anche agli sport all’aperto, compresi calcetto, basket e gli sport di contatto. Dal 15 maggio sarà consentita l’attività delle piscine scoperte e, con ogni probabilità, anche negli stabilimenti balneari. Per la riapertura delle palestre al chiuso, si dovrà aspettare a maggio, mentre il via libera alle attività fieristiche non dovrebbe essere dato prima di luglio. Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5.
Dunque, dal 26 aprile, luoghi della cultura, teatri, cinema, musei, siti archeologici e sale da concerto all’aperto e al chiuso potranno riaprire, ovviamente sempre se la Regione di pertinenza sarà classificata in Zona Gialla. Riapriranno, inoltre, con una capienza ammissibile aumentata, dal 25% al 50% dei posti occupabili, fino a un massimo di 500 fruitori nelle sale al chiuso e 1000 in quelle all’aperto, mentre prima il tetto era, rispettivamente 200 e 400. Accolte, quindi, le proposte che Franceschini aveva inviato al Comitato Tecnico Scientifico a inizio settimana. Il pubblico, gli artisti e il personale dovranno naturalmente rispettare tutte le misure di sicurezza previste dai protocolli.
Il CTS, inoltre, come chiesto dal Ministero, ha ammesso la possibilità che le Regioni autorizzino spettacoli ed eventi con un numero superiore di spettatori, adottando misure di sicurezza aggiuntive. Prove generali, dunque, in vista della stagione estiva: «Sarà possibile lavorare a un’estate con una maggiore elasticità al chiuso e una maggiore disponibilità per gli eventi all’aperto. Io vorrei ci fosse, anche mettendo qualche misura di sicurezza in più, un allargamento del numero di spettatori all’aperto. Abbiamo bisogno tutti di un’estate con piazze e strade che compatibilmente con la sicurezza siano pieni di spettacolo, musica, danza e prosa», ha dichiarato Franceschini.
L’unica misura di cui ha bisogno la gente è che il governo venga processato per crimini contro l’umanità, meglio se da un tribunale militare.