-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sembra proprio che il mondo non sia ancora pronto – o non lo sia più – per il David di Michelangelo, la cui immagine, negli ultimi tempi, è al centro di un groviglio di questioni, dalla morale alla giurisprudenza. Pochi giorni fai, il Tribunale di Firenze aveva condannato una casa editrice che aveva sovrapposto l’iconica scultura di Michelangelo, conservata alla Galleria dell’accademia di Firenze, a un modello realmente esistente, per la copertina di una sua rivista, decretando così un “danno d’immagine” all’immagine. L’ultima viene da Glasgow, dove sta facendo scalpore una pubblicità, ritenuta inappropriata per la metropolitana cittadina, a causa della nudità dell’opera.
L’annuncio pubblicitario reclamizza il ristorante Barolo, situato nel centro della città di Glasgow, parte del gruppo di strutture ricettive DRG. Il poster mostra il David intento a mangiare una fetta di pizza, sfoggiando lo slogan: «Non c’è niente di più italiano». Una impostazione piuttosto simile a quella della campagna “Open to Meraviglia”, realizzata dalla società Armando Testa per il Ministero del Turismo, solo che lì c’è la Venere di Botticelli e non è in déshabillé.
Global, l’azienda che gestisce gli spazi pubblicitari per la metropolitana di Glasgow, ha respinto l’immagine iniziale presentata da Barolo, suggerendo una seconda revisione, magari con gli adesivi della bandiera italiana un po’ più grandi, così da coprire la zona inguinale, ha spiegato alla BBC Nadine Carmichael, responsabile vendite e marketing presso il gruppo DRG. Alla fine, l’accordo è trovato, mostrando la scultura tagliata all’altezza della vita. Chissà cosa ne pensa la Galleria dell’Accademia di Firenze, piuttosto gelosa del “suo” capolavoro.
Il direttore del gruppo DRG, Mario Gizzi, ha dichiarato che la sua azienda è rimasta «Perplessa», nel sentire il parere. «Questa è un’opera d’arte riconosciuta a livello mondiale», ha dichiarato a un quotidiano scozzese. «Si insegna nelle scuole. Persone provenienti da tutto il mondo viaggiano per vederlo. Non è più il 1500, è il 2023. Stiamo davvero dicendo che la gente di Glasgow non può tollerare di vedere una statua nuda?», ha continuato Gizzi, facendo forse riferimento al clamoroso caso del licenziamento della preside della Classical School di Tallahassee, in Florida, colpevole di aver mostrato ai propri alunni le immagini di alcuni capolavori di Michelangelo, fra cui la statua del David e l’affresco della Creazione di Adamo della volta della Cappella Sistina, durante una lezione sul Rinascimento.