Che cos’è lo sciopero dell’8 marzo? Che cos’è Non Una Di Meno? A chiederselo è Maria Arena, una regista cinquantenne catanese di stanza a Milano, madre e docente, che per rispondere inforca la sua bici e ci porta con lei in un film che ci racconta in modo allegro, interessato e curioso chi sono le femministe di oggi. Maria le ha seguite per tre anni, a partire dallo sciopero del 2017 e insieme a noi che guardiamo, rimette in moto qualcosa che la nostra generazione ha assorbito ma che è stato lotta di altre, le madri di alcune di noi, non la mia.
Qualcosa che a noi è rimasto nei fatti, dato che appena dopo la mia nascita sono divenuti possibili sia il divorzio che l’aborto. Io sono figlia di divorziati da sempre e l’aborto ho accompagnato altre a farlo. Nei fatti, le cose sono cambiate, ma non abbastanza, da quanto capiamo da queste ragazze in fucsia che parlano di patriarcato.
Chi era costui?
È, tuttora, il terribile inganno.
Il patriarcato, parola che si sente molto ultimamente, è un concetto che pervade olisticamente, come spiega una giovane avvocatessa che fa parte del movimento, la nostra società.
Olisticamente vuol dire che è dappertutto e neanche ce ne accorgiamo, che lo diamo per scontato, che determina ancora i rapporti maschio-femmina per come sono, che lascia a piede libero il sessismo. C’è una scena in cui Maria parla con suo figlio ventenne, lui le propone di fare le pulizie grandi di casa una volta alla settimana, invece di chiamare qualcuno apposta. A pagamento? Si, certo, a pagamento sorride lui. Sorride lei e fa notare che una volta le faceva la mamma e basta. Lui fa notare che in casa è stato educato ad aiutare da subito. Ma ora si tratta di un lavoro, non più di ore di cura gratuite dovute in automatico dalla donna di casa alla famiglia. Sic transit – incrociamo le dita – il patriarcato.
E queste donne hanno un piano per abolirlo. Si chiama proprio ABBIAMO UN PIANO il loro pamphlet presentato all’assemblea annuale nazionale di NUDM, divisa in tavoli di lavoro, che partono dalla violenza economica del rapporto uomo-donna e si estendono a ogni tipo di violenza.
Il femminicidio, per esempio, è un termine coniato dopo i fatti di Ciudad Juarez, città di di spaccio di stupefacenti ed esseri umani alla frontiera tra Messico e Stati Uniti. Centinaia di donne che si opponevano, sono state trovate uccise nel deserto, gettate come sacchi della spazzatura. Donne uccise dai propri compagni, mariti, padri, fratelli, diciamo.
Il movimento NUDM nasce in Sud America, dove la situazione è parecchio pesante, Regina José Galindo ha tappezzato tra le altre Guatemala City con cartelli che dicono NO VIOLARÀS, non stuprerai, e mentre giravo il Perù ho visto cartelli affissi dallo stato, non da un’artista, che spiegavano che è meglio evitare la violenza domestica. Cambiamo paradigma, quindi, cambiamo esempio.
L’esempio. Il patriarcato, l’esempio. Per quello le nostre librerie ora pullulano di eroine, Disney le ha marchiate come le Principesse con la P maiuscola e i libri per bambine ribelli vengono venduti insieme ai quotidiani in edicola. Per dare un altro esempio. Per fortuna nel mio quartiere vedo tantissimi uomini che spingono le carrozzine e portano i bambini a scuola e li vanno a prendere. Li immagino a cambiare pannolini.
Ma non basta. Le ragazze di NUDM, i maschi son rarissimi, sfornano statistiche, manifestano, tengono viva l’attenzione sulle leggi: così come sono non funzionano, tu denunci uno per stalking, nel giro di un anno il [tuo] tipo ti ammazza e la denuncia è ancora lì impilata tra altre.
Ci vogliono corsie preferenziali. Portano l’educazione sessuale nei licei. L’aborto non si tocca. Per non parlare degli stipendi, del lavoro di cura e assistenza di bambini e anziani che ci tocca dal vivo, dei femminicidi in Italia e in Europa, del linguaggio. Il linguaggio.
Una loro delegazione incontra il presidente dell’Ordine dei Giornalisti che si impegna a dare linee guida diverse, nuove, specifiche per parlare di donne. Mi fanno scoprire un pianeta in cui c’è ancora tanto da cambiare. Olympe de Gouges non la conoscevo e non vi racconto niente, idem per la convenzione di Istanbul. Studiate, studiamo, educhiamo i nostri figli in modo nuovo, altrimenti rischiamo di perpetrare troppo a lungo Il terribile inganno.
Sono molte e transnazionali le conquiste di Non Una Di Meno, dal 2017 in poi, nel campo dei diritti delle donne: contro il femminicidio, per il diritto l’aborto, contro le molestie sul lavoro, contro le mutilazioni genitali femminili…
Vedere per credere. Grazie a Maria Arena, di portarci così lievemente a una riflessione così profonda sul nostro modo di essere, grazie alle ragazze di NUDM, avanti così.
Il terribile inganno è disponibile sin da ora su infinitytv.it e sarà nelle sale cinematografiche alla riapertura.
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