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Il Madre non vuole Cittàlimbo Archives? La lettera aperta
Attualità
di redazione
Una serie di monitor diffusi attraverso vari spazi del Museo, per trasmettere le voci, le esperienze, i volti di artisti, critici, curatori, galleristi, collezionisti, come Achille Bonito Oliva, Angelo Trimarco, Nini Sgambati, Mimmo Paladino, Anna Amelio, Peppe Morra, Lia Rumma, Lucia Trisorio, Mario Franco, Nino Longobardi, Mimmo Jodice, Nicola Spinosa e tanti altri, che hanno concepito e prodotto, scritto ed esposto, diffuso e collezionato la storia dell’arte a Napoli, dal 1950 al 1980. Si tratta di Cittàlimbo Archives (2015), l’opera di Brigataes – sigla di produzione estetica creata da Aldo Elefante nel 1992 – che fu presentata a giugno 2016 nell’ambito di “Per_formare una collezione – Per un archivio dell’arte in Campania”, progetto grazie al quale il Museo Madre, nel corso degli anni, ha visto ampliare la sua collezione.
Secondo quanto dichiarato da Aldo Elefante, però, Madre non ha rinnovato il comodato d’uso e l’opera sarà rispedita all’autore: «Un mese fa mi è stato comunicato che il comodato d’uso relativo all’installazione “Cittàlimbo Archives” di Brigataes – che ne ha garantito l’inclusione nella collezione permanente del museo per cinque anni – non sarebbe stato rinnovato e che il museo voleva rispedire l’installazione al mittente».
Sulla vicenda è intervenuto l’artista Ernesto Jannini, con una lettera aperta inviata al Museo Madre, al Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, al Mattino di Napoli e a alla nostra rivista. La riportiamo integralmente di seguito.
«Gentilissimi
Dott.ssa Kathryn Weir (direttore artistico Museo Madre)
e per conoscenza Dott. Luigi De Magistris Sindaco di Napoli
al quotidiano Il Mattino di Napoli
a Dott. Matteo Bergamini (Direttore di Exibart)
Spinto da una grande amarezza scrivo queste poche righe per riflettere su una incresciosa situazione venutasi a creare nella cultura artistica della nostra città.
Il Museo MADRE (fiore all’occhiello della cultura artistica nazionale e internazionale) è attualmente diretto dall’australiana Kathryn Weir, succeduta alla gestione del Dott. Andrea Viliani. Il MADRE, come tutti sanno, ospita opere di indiscutibile valore, vero polo attrattivo per il nostro Paese. Tra queste ultime spicca, nella collezione del museo, l’installazione-video archivio Cittàlimbo, realizzata con passione e professionalità dall’artista Aldo Elefante fondatore di Brigate Es. L’opera raccoglie 131 racconti d’arte accumulati in dieci anni di lavoro per complessive 60 ore di montaggio. Documento prezioso per comprendere la complessità del lavoro dei molti artisti che hanno operato in Campania e su tutto il territorio nazionale.
Dunque Cittàlimbo si presenta come un patrimonio documentario di inestimabile valore, messo a disposizione della comunità, in particolare per i giovani che da questa video- installazione- archivio documentario hanno attinto e potranno attingere a piene mani informazioni preziose e stimoli per la loro formazione umana e culturale.
Apprendo con rammarico che la Dott.ssa Kathryn Weir, nuova arrivata alla gestione del MADRE ha intenzione di “rottamarla” – come ci avverte lo stesso Aldo Elefante – non si sa in base a quale principio direttivo; lasciando intravedere, con una simile scelta, una volontà più dissipatrice che costruttiva; una volontà che non tiene in nessun conto dei valori contenuti nell’opera in questione.
Pertanto rivolgo un appello alla Dott.ssa Katherin Weir affinchè Cittàlimbo non venga – per citare ancora Brigata Es- “restituita al mittente”; restituzione che mortifica quello spirito di ricerca messo in atto con generosità e costruttività.
L’appello è rivolto alle autorità, ai magazine e agli artisti (campani e non) invitati alla mostra inaugurata da poco (Utopia e distopia).
Distinti saluti
Ernesto Jannini (artista)»
Aggiornamento del 16 luglio 2021: riceviamo e pubblichiamo la risposta da parte della Presidente della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, Angela Tecce, e della Direttrice artistica del Museo Madre, Kathryn Weir, alla lettera aperta firmata da Ernesto Jannini.
«Gentile Ernesto Jannini,
Riceviamo con sorpresa la sua lettera, e teniamo a chiarire la posizione del museo e della direttrice artistica Kathryn Weir, poiché nel testo sono riportate inesattezze che non rispecchiano i colloqui intercorsi con l’artista Aldo Elefante.
Prima di tutto, però, desideriamo ringraziarla per il suo accorato intervento, testimonianza concreta dell’interesse per il nostro museo e per il valore che rappresenta sul territorio e a livello nazionale e internazionale.
Va preliminarmente chiarito che l’opera “Cittàlimbo Archives”, prodotta nel 2015 dalla Fondazione Banco di Napoli, è entrata a far parte della collezione del museo d’arte contemporanea tramite un contratto di comodato.
La direttrice Weir, per la stima che nutre verso Elefante, ha voluto interfacciarsi con l’artista, per poter condividere una progettualità che consentisse di prolungare il rapporto con il Madre attraverso il suo lavoro. Ha prospettato ad esempio l’ipotesi di un riallestimento e di un riadattamento in chiave digitale, rendendo i contenuti fruibili ai visitatori del sito del Madre e valorizzandone, così, la portata storica e documentale. Al momento siamo in dialogo con Elefante.
Come si evince da questa ricostruzione, in nessun momento è stata espressa l’intenzione di “rottamare” l’opera, né tantomeno di “restituirla al mittente”. È chiara, piuttosto, la volontà del museo di contemperare il suo ruolo canonico di luogo in cui il patrimonio culturale e artistico del territorio viene preservato e reso fruibile al pubblico, con quello di una struttura che si adegua all’attualità e alle diverse istanze che via via si presentano».
Nella risposta del MADRE si confonde pericolosamente l’opera “Cittàlimbo Archioves” con i files in essa contenuti. Io francamente non capisco come si possa pensare ad un “riallestimento e di un riadattamento in chiave digitale” dell’opera. L’opera nella sua fisicità è così e non si tocca. Non si può chiedere ad un artista di rifare un’opera smembrandola. Altra cosa è la costituzione di un archivio dati. Solo per i files, che andrebbero a costituire un archivio digitale, si sta trattando ma l’opera è un’altra cosa. Come ho raccontato il MADRE ha comunicato a Brigataes la volontà di restituire l’opera – che Brigataes voleva donare superando così anche la questione del rinnovo del comodato d’uso -, adducendo come motivazione la mancanza di spazio e la “rottamazione” è una conseguenza di questa scelta, perchè allo stato non esiste uno spazio alternativo pubblico dove collocare “Cittàlimbo Archives”.
Aldo Elefante/Brigataes
Nella risposta del MADRE si confonde pericolosamente l’opera “Cittàlimbo Archives” con i files in essa contenuti. Io francamente non capisco come si possa pensare ad un “riallestimento e di un riadattamento in chiave digitale” dell’opera. L’opera nella sua fisicità è così e non si tocca. Non si può chiedere ad un artista di rifare un’opera smembrandola. Altra cosa è la costituzione di un archivio dati. Solo per i files, che andrebbero a costituire un archivio digitale, si sta trattando ma l’opera è un’altra cosa. Come ho raccontato il MADRE ha comunicato a Brigataes la volontà di restituire l’opera – che Brigataes voleva donare superando così anche la questione del rinnovo del comodato d’uso -, adducendo come motivazione la mancanza di spazio e la “rottamazione” è una conseguenza di questa scelta, perchè allo stato non esiste uno spazio alternativo pubblico dove collocare “Cittàlimbo Archives”.
Aldo Elefante/Brigataes