Dal Klimt ritrovato al Klimt falso il passo potrebbe essere breve, purtroppo. Risale a qualche settimana fa la bella notizia del ritrovamento del Ritratto con signora di Gustav Klimt, scomparso dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997. Ma, come avevamo già scritto, per gioire si sarebbe dovuta aspettare la conferma degli esperti sull’autenticità. Conferma che sta tardando ad avvenire ma non solo.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate dalla Procura della Repubblica di Piacenza, il primo perito che ha analizzato il Ritratto di signora di Klimt, avrebbe sollevato alcuni dubbi sull’originalità dell’opera. Adesso si dovrà attendere il parere degli altri due esperti ai quali è stato affidato l’incarico. L’opera si trova in un luogo segreto ed è stata posta sotto custodia, mentre in Procura è stato aperto un fascicolo per ricettazione.
A indagare, un pool coordinato dal pm Ornella Chicca e composto da Polizia, tra Squadra mobile e Scientifica, e Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale e del nucleo investigativo di Piacenza. Mentre gli esperti che stanno conducendo le analisi per testare l’autenticità dell’opera fanno parte del Mibact. Alcuni indizi farebbero propendere per l’autenticità, come dichiarato anche da Massimo Ferrari, direttore della Ricci Oddi, che ha confermato, almeno in un primo momento, l’originalità dei timbri e della ceralacca. Inoltre, si sa che al di sotto del Ritratto con Signora, Klimt dipinse un’altra opera, un altro ritratto di donna ma con un cappello che, in effetti, pare esserci al di sotto dello strato di pittura superficiale.
Molti sono i punti oscuri, nella storia di questa avvenente signora. A partire dalle indagini dell’epoca. Il furto fu scoperto la mattina del 22 febbraio 1997 ma, secondo le ricostruzioni all’epoca dei fatti, avvenne nei tre giorni precedenti. Un ritardo nella segnalazione dovuto a una serie di spostamenti in occasione di una mostra su Klimt. Sulle prime, gli investigatori si concentrarono sui custodi della galleria ma la loro posizione fu archiviata per mancanza di prove. Inoltre, la dinamica del furto non fu mai chiarita: la cornice venne ritrovata nei pressi del lucernario ma non è chiaro da dove l’opera sia uscita dalla galleria, se dal tetto o dalla porta.
Nel 2016 l’inchiesta fu riaperta dopo il ritrovamento di tracce del DNA di uno dei ladri sulla cornice. Una nuova testimonianza menzionava addirittura una pista esoterica, con il quadro usato nell’ambito di un rito satanico. E poi, a dicembre 2019, il ritrovamento in una intercapedine del muro esterno della Galleria Oddi Ricci, segnalato da un addetto alla pulizia: «Ho trovato questa scatola dentro un sacco nero, pensavo fossero rifiuti, ma ho subito chiamato il responsabile». Insomma, l’opera era sempre rimasta lì, da 22 anni.
Ma, a questo punto, i dubbi sull’autenticità. Forse qualcuno potrebbe aver voluto far ritrovare una copia, magari per sviare le indagini. Per il momento sono solo supposizioni e, come nel più classico dei gialli, il mistero si infittisce
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