Gary Garrels è diventato curatore per il SFMOMA Museum of Modern Art di San Francisco nel 1993 e ha mantenuto questo ruolo fino al 2000. Dopo aver lasciato il museo è però ritornato a far parte del team dal 2008, diventando senior curator. Pochi giorni fa Gary Garrels ha però presentato le proprie dimissioni a seguito di una petizione firmata dai propri colleghi.
Pare infatti che, durante un meeting tenutosi tramite zoom, il curatore abbia commentato le recenti acquisizioni del museo con affermazioni razziste. In particolar modo, sembra che egli abbia sottolineato la necessità, per l’istituzione museale, di continuare a collezionare anche opere di «artisti bianchi», per non perpetuare nei loro confronti una politica discriminatoria.
Negli ultimi anni il museo si era impegnato a espandere la propria collezione inserendovi artisti eterogenei per provenienza geografica e cultura d’appartenenza. Tale scelta è la conseguenza del recente dibattito circa l’urgente questione della discriminazione razziale interna alle istituzioni culturali.
Più volte il museo e il suo team erano già stati accusati, anche tramite le piattaforme social, di perpetuare una narrativa occidentale e non inclusiva. Tale questione è diventata ancora più stringente nell’ultimo mese, grazie all’eco suscitata dal movimento Black Lives Matter che ha portato anche il mondo dell’arte a dover riconsiderare tanto la propria struttura organizzativa che la propria ideologia.
Per tale motivo, le parole di Gary Garrels hanno suscitato reazioni così negative nel team del museo che, con una petizione, ne ha richiesto ufficialmente le dimissioni. Sebbene quest’ultimo si sia scusato per le parole utilizzate, ha comunque accettato di ritirarsi e perciò il suo incarico terminerà il 31 luglio.
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