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Il sindaco di estrema destra di Lima, Rafael López Aliaga, ha deciso di chiudere un museo di storia locale, dedicato alla memoria delle vittime del violento conflitto civile che oppose il governo del Perù e i guerriglieri d’ispirazione maoista di Sendero Luminoso, tra gli anni ’80 e la fine dei ’90. Il LUM – Lugar de la Memoria, la Tolerancia y la Inclusión Social, “luogo della memoria, della tolleranza e dell’inclusione sociale”, fu inaugurato nel 2015 su iniziativa della Commissione peruviana per la verità e la riconciliazione, ente istituito nel 2001 dall’allora dal presidente Alejandro Toledo, per indagare sulle violazioni dei diritti umani commesse durante il conflitto civile. Gestito dal Ministero della Cultura peruviano, il LUM conserva testimonianze e documenti dell’epoca e organizza momenti di incontro e dibattito sulla storia recente del Paese.
Ma dal 28 marzo, Aliaga ha deciso di chiuderlo al pubblico, per presunto mancato rispetto delle norme di sicurezza municipali. In molti credono che questa sia solo una scusa adottata dal sindaco ultra-conservatore per chiudere un luogo culturale a cui si è opposto per anni. In Perù si teme che la mossa faccia parte di un più ampio sforzo politico per cancellare e riscrivere la storia. Aliaga definì il LUM una «Offesa alla nazione», aggiungendo che l’istituzione dovrebbe essere posta sotto l’autorità delle forze armate e che era tempo di «Prendere il controllo della narrazione».
Il ministro della cultura del Perù, Leslie Urteaga, ha affermato di star lavorando con il Comune di Lima e la municipalità di Miraflores, dove si trova LUM, per riaprire il museo. In un recente post su Twitter, Urteaga ha affermato che il LUM condivide l’obiettivo del Ministero di «Preservare la nostra memoria storica. Per questo lavoreremo affinché questo spazio continui a fornire servizi a favore dei nostri cittadini».
Fondatore del Partito Nazionale del Rinnovamento del Perù, López Aliaga è stato eletto sindaco di Lima lo scorso ottobre. Appartiene al gruppo cattolico conservatore dell’Opus Dei ed è noto per la sua ferma posizione pro life e per i ripetuti attacchi contro le comunità gay e non binarie. Nel 2021 si candidò per la presidenza del Paese, arrivando terzo.
Attualmente, il Perù si trova in una fase politica convulsa ma la condizione di instabilità perdura da anni. A dicembre 2022, Dina Boluarte ha assunto la carica di Presidente, prima donna nella storia del Paese. Boluarte è subentrata a Pedro Castillo che, a inizio dicembre, aveva provato a sciogliere il parlamento peruviano che, a sua volta, ha votato per destituirlo e accusarlo di tentativo di golpe istituzionale La destituzione dell’ex presidente, maestro e sindacalista, ha causato diversi scontri con la polizia per le strade della capitale Lima. Secondo Amnesty International, almeno 60 persone sarebbero morte nel corso delle manifestazioni, molte delle quali per mano delle forze armate.
«La memoria storica è un valore fondamentale di ogni democrazia», ha affermato in un comunicato il ramo peruviano dell’Unione europea. Il gruppo ha definito LUM uno «Spazio in cui è conservata la memoria del periodo di violenza (1980-2000)», per far sì che ciò che ha sofferto il Perù non si ripeta.