In Israele, molti musei sono rimasti chiusi lunedì, 2 settembre, poiché la maggior parte delle municipalità ha aderito allo sciopero nazionale indetto dall’Histadrut, già organizzazione sindacale sionista dei lavoratori ebrei della Palestina e oggi la principale organizzazione sindacale nello Stato di Israele. L’appello allo sciopero è stato lanciato domenica sera nel tentativo di fare pressione sul governo per raggiungere un accordo di cessate il fuoco con Hamas, dopo il ritrovamento dei corpi di sei ostaggi israeliani a Gaza.
Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato che i cadaveri dei civili Ori Danino, Carmel Gat, Alexander Lobanov, Almog Sarusi, Eden Yerushalmi e Hersh Goldberg-Polin sono stati recuperati sabato dai tunnel di Rafah. Come dichiarato da un portavoce israeliano, i civili sarebbero stati assassinati dai terroristi poco prima che fossero raggiunti dall’esercito. Secondo varie fonti, le trattative per il rilascio di almeno tre degli ostaggi avrebbero dovuto essere state comprese nella prima fase di un accordo di cessate il fuoco, avanzato a luglio.
Domenica sera, migliaia di manifestanti in tutto il Paese sono scesi in piazza, con circa 300mila partecipanti segnalati a Tel Aviv. Questa mattina, i musei in varie città hanno annunciato la chiusura. Il presidente di Icom Israel, Raz Samira, ha detto a The Art Newspaper che anche i musei più piccoli, tra cui la Umm el-Fahem Art Gallery, il primo museo arabo del paese gestito dall’artista Sayid Abu Shaqra, hanno aderito allo sciopero.
Il Museo d’Israele a Gerusalemme ha scritto sul suo sito web: «Come espressione di solidarietà con coloro i cui cari sono stati presi in ostaggio e del nostro dolore per il crudele omicidio dei prigionieri, il Museo d’Israele rimarrà chiuso oggi, lunedì 2 settembre». Altri, come il Museo d’arte Mishkan a Ein Harod, che è chiuso per allestimento, hanno invitato i propri fruitori a unirsi alle proteste antigovernative e a chiedere al governo di raggiungere un accordo di cessate il fuoco e per la restituzione degli ostaggi.
Domenica, il Tel Aviv Museum of Art, sul cui sito web campeggia il conto dei giorni di prigionia degli ostaggi, ha risposto alla notizia dei ritrovamento dei corpi proiettando sulla sua facciata un’opera del defunto artista Moshe Gershuni, intitolata Dedicated Hand. La risposta del Primo Ministro Benjamin Netanyahu è stata però lapidaria: «Questo sciopero è una vergogna. State dicendo a Sinwar (il capo di Hamas nella striscia di Gaza, ndr): avete ucciso sei persone, qui noi vi sosteniamo».
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