Nelle prime ore della mattinata, la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto, installata nei giorni scorsi nella centralissima piazza Municipio, a Napoli, è stata incendiata. I Vigili del Fuoco sono stati allertati dai residenti della zona e sono intervenuti per spegnere le fiamme ma l’opera è andata completamente distrutta. Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio sarebbe divampato intorno alle 5:30 e una colonna di fumo nero si è alzata sulla città, le indagini delle forze dell’ordine sono ancora in corso per capirne l’origine.
L’opera di Pistoletto era stata presentata il 28 giugno, nell’ambito di OPEN. Arte in centro, iniziativa dedicata a mostre e installazioni site specific del progetto Napoli Contemporanea 2023, promosso dal Comune di Napoli e curato da Vincenzo Trione, professore ordinario di Arte e Media e di Storia dell’Arte contemporanea presso l’università lulm di Milano e Consigliere alla programmazione delle attività museali e all’arte contemporanea dell’amministrazione partenopea. Fotografatissima e virale sui social network, in poco tempo l’opera, che si trova tra Palazzo San Giacomo, sede del Comune, e il Maschio Angioino, era diventata un punto di riferimento per i tanti turisti che affollano la città partenopea e per i cittadini.
Composta in resina e gesso, l’opera era alta circa 6 metri per un peso di 400 kg e riproduceva quella del 1967, in acciaio, a sua volta copia della Venere e la mela dello scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen, a sua volta ispirata alla leggendaria Afrodite cnidia di Prassitele, primo nudo femminile dell’arte greca, andata perduta e nota attraverso innumerevoli copie di epoca greca e romana. Singolare la storia della sua reinterpretazione contemporanea: Pistoletto ne acquistò una copia da un rivenditore di statue da giardino e la usò per reggere un mucchio di stracci che egli utilizzava usualmente per pulire le superfici dei Quadri specchianti. Ma l’accostamento degli stracci, una massa informe di oggetti, e della scultura, icona della bellezza e dell’armonia, finì per colpire l’artista. Sul finire degli anni ’60 Pistoletto relizzò anche diverse altre opere utilizzando indumenti di seconda mano, come Orchestra di stracci e Monumentino, oltre all’azione l’Uomo ammaestrato. E la Venere sarebbe diventata una delle icone dell’Arte Povera, movimento artistico del quale Pistoletto è considerato tra i principali esponenti.
«L’opera costituita in gran da parte di stracci, quindi materiale infiammabile, era esposta agli agenti atmosferici e agli attacchi vandalici senza particolari misure di sicurezza in una piazza dove purtroppo soprattutto la notte avvengono continui atti di inciviltà e teppismo che noi denunciamo da tempo», ha commentato su Facebook il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli. «In una città dove monumenti, opere d’arte ed edifici storici sono continuamente sotto attacco questa è l’ennesima vicenda che ci fa veramente rabbia. Non si sa la natura del rogo ma intanto ci addolora sapere che quest’opera è andata distrutta».
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