Nove dipinti e dieci disegni attribuiti ad Amedeo Modigliani, 13 a Lucian Freud, due ad Antonio Bueno e uno a Maurice Utrillo, sono stati sequestrati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio nell’ambito di una serie di perquisizioni tra Modena, Firenze e Venezia, scattate in seguito alle indagini sui falsi in esposizione a Palazzo Bonocore di Palermo. A finire sotto sequestro, anche tutto il materiale necessario per la falsificazione, come timbri, sigilli ed etichette, reperito in un laboratorio nelle immediate vicinanze dell’abitazione di un pensionato sessantanovenne di Modena.
A condurre i Carabinieri al laboratorio, le indagini coordinate dalla Procura di Spoleto, al lavoro su illecite procedure di certificazione e attribuzione di beni d’arte a vari artisti, un’attività che, a quanto pare, avrebbe coinvolto anche l’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto. In particolare, sarebbe coinvolto Luciano Renzi, presidente dell’Istituto Modigliani che però, già nel 2018, aveva ribadito che «l’Istituto Amedeo Modigliani non vende, non compra, né tanto meno certifica opere di Amedeo Modigliani».
Quello tra le opere di Modigliani e i falsari sembra essere un rapporto di “fiducia” ma se l’episodio delle false sculture del 1984 è derubricabile a goliardata, negli ultimi anni sono stati registrati numerosi e clamorosi episodi fraudolenti, come nel caso della mostra a Palazzo Reale di Genova.
La prima data da segnalare nel filone di questa nuova indagine, è il 3 novembre 2018, quando a Palazzo Bonocore di Palermo inaugurava la mostra dedicata ad Amedeo Modigliani, nell’ambito delle manifestazioni di Palermo Capitale della Cultura. Tra marzo e aprile 2019, a chiusura dell’esposizione e a seguito di accertamenti, anche in virtù della polemica sollevata da Carlo Pepi, studioso di Modigliani e collezionista, i Carabinieri sequestrarono due opere Donna con cappello e Hannalore, avviando contestualmente una serie di perquisizioni a Roma e a Spoleto.
In particolare, nel Comune umbro furono avviate perquisizioni nelle abitazioni di Luciano Renzi, procacciatore delle due opere e presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto, e di Alberto D’Atanasio, curatore della mostra palermitana. Contestualmente all’iscrizione al registro degli indagati di Renzi e D’Atanasio per il reato di contraffazione, i Carabinieri sequestravano materiale informatico ritenuto interessante per ulteriori approfondimenti e 27 opere d’arte, tra le quali tre grafiche di Modigliani e 24 dipinti di Maestri del calibro di Pablo Picasso, Marc Chagall, Renato Guttuso, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis e Salvador Dalì.
Basandosi su questa documentazione, i militari della Sezione Falsificazione ed Arte contemporanea del Reparto Operativo, coordinati dalla procura di Spoleto, hanno potuto accertare l’evidente attività di certificazione di autenticità, sottoscritta da Luciano Renzi, e di attribuzione di beni d’arte a vari artisti, fra i quali lo stesso Modigliani, dietro pagamento di un compenso.
L’emissione di ulteriori decreti di perquisizione e sequestro a Firenze, Venezia e Modena, ha quindi portato all’individuazione del laboratorio del probabile falsario, un pensionato di 69 anni, riconosciuto come abile pittore e adesso iscritto al registro degli indagati. Nel laboratorio modenese sono stati sequestrati i nove dipinti e dieci disegni attribuiti a Modigliani, 13 dipinti a Lucian Freud, 2 dipinti attribuiti ad Antonio Bueno e 1 dipinto attribuito a Maurice Utrillo, capolavori “presunti” che se immessi sul mercato avrebbero fruttato milioni di euro.
Alcune di queste opere, tutte corredate di certificazioni di archiviazioni sottoscritte dal Presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto, erano state esposte nella mostra “Gli amici di Modigliani e l’agguato sociale”, tenutasi presso la Casa Amedeo Modigliani di Spoleto, in occasione del Festival dei due Mondi, dal 30 giugno al 4 agosto 2018, oltre che nella mostra “Modigliani e l’Art Negre”, tenutasi dal 20 giugno al 30 luglio 2017, sempre a Casa Modigliani.
Nell’aprile 2019, è stato presentato il resoconto dell’attività svolta dal Comando Tutela Patrimonio relativo al 2018. «I falsi sequestrati nel 2018 ammontano a 1.232, per un valore stimato, qualora immessi sul mercato come autentici, in € 422.591.190, e 244 sono le persone denunciate per contraffazione di opere d’arte. Tra i beni sequestrati, 953 (il 77,3% circa del totale) sono di arte contemporanea che permane l’ambito di maggiore interesse per la criminalità», si legge nel rapporto.
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