Fino a qualche mese fa sembrava che l’Elefante godesse di ottima salute e che il Covid-19 lo infastidisse né più e né meno come una mosca che ronza intorno alla proboscide.
Sulle ragioni che, fino a febbraio scorso, erano alla base della quasi totale immunità del Subcontinente rispetto alla pandemia si è detto di tutto, persino che la popolazione indiana – poiché costantemente sottoposta a una grande varietà di virus e batteri a causa delle condizioni climatiche e di quelle igieniche, non sempre e non per tutti eccelse – mantiene più attivo il sistema immunitario (Gagandeep Kang, microbiologo indiano sul Financial Times).
Probabilmente convinta quindi della sua invulnerabilità, l’India ha dato regolarmente corso a comizi – nei cinque stati in cui ci saranno nuove elezioni che coinvolgeranno 186 milioni di cittadini – e alla celebrazione di feste religiose come, solo per fare un esempio eclatante, quella del Kumbh Mela che ha radunato folle oceaniche: tra gennaio e aprile 2021 sono passati per Haridwar più di nove milioni di pellegrini per immergersi nel Fiume Sacro. Inutile dirlo, quasi tutti senza mascherina. E adesso decine e decine di cadaveri sono arrivati a Buxar, centinaia di chilometri a valle, trascinati dalla corrente del Gange.
Ora, chi conosce questo straordinario Paese – ma anche chi non lo conosce – non fa fatica ad immaginare che, se il distanziamento viene considerato un privilegio per i più facoltosi già in tempi “normali”, durante una pandemia è veramente un miraggio. E se, quindi, non vengono prese misure straordinarie, il disastro è annunciato.
È così che purtroppo oggi assistiamo ad una ondata che sta travolgendo l’India con una media giornaliera di circa 400.000 contagi e oltre 4.000 vittime registrate. Ma i dati, come si può ben immaginare, sono ampiamente sottostimati: come sostiene Vikram Patel, professore presso la Harvard Medical School “i casi segnalati non riflettono neanche lontanamente la realtà: si riferiscono solo alle persone che sono state sottoposte al test “.
L’incremento vertiginoso di casi di Covid sta portando ad un marasma ingestibile alla base del quale vi è una carenza di ossigeno. Al di fuori degli ospedali i pazienti che non riescono a trovare un letto lottano per entrare in possesso almeno di una bombola, aspettando spesso inutilmente per ore ed ore.
Il mondo intero si sta mobilitando per fare pervenire all’India gli aiuti di cui ha bisogno. Sostegni stanno arrivando da Stati Uniti, Russia e da molti paesi europei, Italia compresa. Sicuramente per solidarietà, ma anche perché una pandemia, per definizione, non si può sconfiggere se il secondo paese più popoloso del mondo ne è travolto.
Naturalmente gli aiuti non arrivano solo dall’esterno. Iniziative stanno sorgendo in India da ogni dove: aziende private, società civile, anche le star di Bollywood, tutti si stanno mobilitando.
In questo contesto il mondo dell’arte non poteva restare a guardare. Anche perché è stato, a sua volta, pesantemente penalizzato dalla pandemia: l’apertura della Biennale di Kochi, prevista per dicembre 2020, è stata posticipata a novembre 2021 e la 13a India Art Fair prevista a febbraio 2021 è stata annullata. L’attività nel mondo dell’arte in India aveva iniziato a riprendere slancio, dopo che i casi giornalieri si erano attestati a febbraio a meno di 10.000. Solo il mese scorso, 37 gallerie hanno partecipato all’edizione inaugurale della Delhi Art Week dal 3 al 10 aprile. Mentre si è fermata a marzo l’iniziativa “Mumbai Gallery Weekend” che, un week end al mese, vede l’apertura contemporanea di tutte le gallerie d’arte della città.
Ma poi tutto è precipitato. Quindi anche il mondo dell’arte si è impegnato in tante iniziative di fundraising e noi di Exibart abbiamo pensato di evidenziarne alcune per quanti dei nostri lettori vogliano dare un aiuto, attraverso l’arte, ad un paese che sta attraversando una fase drammatica della sua vita. Ne segnaliamo solo tre tra le più significative, ma tante altre ne stanno nascendo:
Nature Morte: la storica galleria Indiana con sede a New Delhi, donerà il 10% del ricavato delle vendite della nostra mostra in corso, Examples of Exhilaration, per sostenere Mission Oxygen. La mostra è visibile fino al 14 maggio su Frieze Viewing Room. Chiunque sia interessato può contribuire con l’acquisto di un lavoro direttamente dalla viewing room, o contattando la galleria via e-mail.
Chennai Photo Biennale: la Fondazione CPB mette in vendita le opere donate gratuitamente da 25 artisti di tutto il mondo devolvendo il ricavato delle vendite a Khalsa Aid India e alla Protsahan India Foundation. La vendita inizia il 15 maggio su shop.chennaiphotobiennale.com.
Saffron Art: la casa d’aste internazionale Saffron Art con forti radici indiane, ha organizzato un’asta on line dal titolo “Art Rises for India”. L’asta – che vede la collaborazione di alcune tra le più importanti gallerie indiane come la Chemould Prescott Road, la Chatterjee & Lal, Nature Morte e Jhaveri Contemporary -, prenderà avvio il 20 di maggio ed avrà la durata di 24 ore. Il ricavato sarà completamente devoluto ad ONG che operano per l’emergenza sanitaria legata al Covid-19.
Sappiamo che queste iniziative rappresentano solo una goccia nell’oceano della solidarietà, ma come direbbe il Mahatma Gandhi “sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo”.
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