Anche nel mondo dell’arte esistono le truffe, una delle ultime è il caso Rybolovlev–Bouvier, arrivato all’archiviazione qualche mese fa. Recentemente, ne è venuta alla luce un’altra, che riguarda Inigo Philbrick, un giovane e talentuoso mercante d’arte che, arrivato all’apice del successo, ha iniziato a raggirare i suoi clienti. I suoi imbrogli hanno coinvolto case d’asta come Christie’s e da alcune settimane sono state avanzate formalmente le accuse per frode: avrebbe venduto le stesse opere d’arte a investitori diversi, a volte a prezzi gonfiati.
La passione per l’arte è di casa nella famiglia Philbrick. Il padre di Inigo, Harry, ha diretto prima l’Aldrich Museum of Contemporary Art di Ridgefield e poi la Pennsylvania Academy of the Fine Arts. Ora è direttore della Philadelphia Contemporary. La madre di Inigo è la scrittrice e artista Jane Philbrick. Inigo Philbrick ha frequentato la scuola d’arte alla Goldsmiths. Qui ha conosciuto Jay Jopling, il più importante gallerista d’Inghilterra. Insieme a lui, Philbrick nell’ottobre del 2011 ha aperto il negozio Modern Collections, uno spazio all’89 di Mount Street a Mayfair, dedicato al mercato secondario di opere di artisti contemporanei.
Nel 2013 decise di mettersi in affari da solo e Jopling accettò di sostenerlo finanziariamente. Philbrick nel 2016 avrebbe fatturato 50,6 milioni di sterline con un utile netto di 1,61 milioni di sterline. Nel 2017 il fatturato è salito a 96,4 milioni di sterline con una perdita netta di esercizio di 935.117 sterline, causata dalla Brexit.
Nel 2016, Philbrick era riuscito a convincere Aleksandr Pesko a comprare per 3,35 milioni di dollari il 50% di un Untitled di Rudolf Stingel. Si tratta di un dipinto su tela di una fotografia di Pablo Picasso. Nella 2016, Philbrick fece la stessa operazione con la Fap, società di consulenza per il mercato dell’arte di Daniel Tümpel e Loretta Würtenberger. A loro Philbrick suggerì di comprare l’altra metà del quadro per 7,1 milioni di dollari. In seguito il mercante d’arte diede l’opera di Stingel in ipoteca alla società Guzzini Properties. La Fap nel 2019 decide di vendere il ritratto di Picasso. Christie’s accetta di vendere il dipinto per la sua prossima vendita serale. Il quadro ha anche una garanzia di 9 milioni di dollari. Il 15 maggio 2019, però, il quadro viene venduto per 6,5 dollari al gallerista di New York Stellan Holm.
Quando Christie’s aggiorna la sua pagina web con lo Stingel venduto per 6,5 milioni di dollari, la Fap chiede chiarimenti a Philbrick. Questi, per rassicurare Tümpel, gli invia una copia dell’accordo di garanzia firmato per 9 milioni di dollari. A settembre, Tümpel contattata Christie’s per avere informazioni sul mancato pagamento, allegando la garanzia come prova. Successivamente ricevono risposta dagli avvocati di Christie’s. Nella e-mail si legge: «Riteniamo che si tratti di un documento falsificato. In primo luogo, non abbiamo alcuna registrazione di quella versione dell’accordo nei nostri file. In secondo luogo, Inigo Philbrick non è stato il mittente del lotto». La garanzia era una contraffazione. Christie’s non aveva nemmeno venduto il dipinto per conto di Fap. Secondo i registri l’opera apparteneva a qualcun altro. Rendendosi conto della truffa, la Fap ha chiamato i suoi avvocati, facendo attenzione a non far trapelare a Philbrick ciò che avevano scoperto. Nel corso di diverse settimane, altre vittime si sono fatte avanti. Verosimilmente, Philbrick era arrivato ad accumulare quasi 20 milioni di dollari in prestiti su dipinti che, in realtà, non possedeva.
Agli inizi di giugno, l’FBI ha dichiarato di aver arrestato Philbrick a Vanuatu, un’isola dell’oceano Pacifico meridionale, dove il mercante si era rifugiato, venuto a sapere delle manovre di accerchiamento dei truffati. Attualmente, dovrebbe essere già stato riportato a New York, in attesa dell’inizio del processo.
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