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In un periodo in cui la cultura sta già vivendo una forte crisi, in Brasile la situazione peggiora ulteriormente con la sospensione dei finanziamenti agli Stati con restrizioni anti-covid. Infatti, è stato pubblicato un decreto con cui si impedisce l’accesso ai fondi pubblici per la cultura. Però, solo a quegli Stati federali in cui sono in vigore regole per il contenimento della diffusione del Covid-19. Così, gli istituti culturali che si trovano negli Stati interessati non potranno usufruire del sostegno economico pubblico.
Un provvedimento che si ritorce proprio contro chi non appoggia la linea di Bolsonaro nei confronti del Covid-19. È noto che il presidente brasiliano non sia favorevole alle più comuni misure adottate per contrastare il virus.
Il decreto di Bolsonaro per fermare la cultura: le posizioni nel governo brasiliano
Il 4 marzo scorso il governo ha approvato il nuovo decreto, sottoscritto dal segretario nazionale per la promozione della cultura André Porciuncula Alay Esteves. Una misura che durerà per quindici giorni, periodo eventualmente estendibile in base al mantenimento delle chiusure. In pratica, per i finanziamenti pubblici verranno prese in considerazione solo quelle proposte culturali che comportano l’interazione in presenza del pubblico. Quindi, rimarranno esclusi gli Stati federali in cui ci sono misure come lockdown, coprifuoco o altre restrizioni alla circolazione.
Il presidente brasiliano si è già schierato contro l’arte e gli artisti, ricordiamo il caso dell’opera di Juliana Notari. Bolsonaro e il suo governo di estrema destra in passato si sono già fatti notare per i loro provvedimenti a discapito del settore culturale, come lo scioglimento dei ministeri della cultura nel 2019. Questo nuovo decreto riaccende la polemica e alimenta le divisioni nel governo brasiliano.
Da una parte, il segretario nazionale per la promozione della cultura, André Porciuncula Alay Esteves, promuove il nuovo decreto. Ciò che viene sottolineato è che i finanziamenti saranno distribuiti a chi effettivamente potrà svolgere attività culturali in presenza. Dall’altra parte, invece, l’opposizione si è dimostrata in completo disaccordo. La deputata Jandira Feghali ha firmato per la richiesta di sospensione del provvedimento che tanto sta facendo discutere. Secondo Feghali, con i finanziamenti pubblici distribuiti solo a chi può svolgere attività culturali in presenza, si andrebbe ad alimentare la diffusione del virus, a sfavore dell’interesse pubblico.