Potevamo chiudere il 2021 senza l’ennesima causa contro Jeff Koons? È una domanda retorica. Agli inizi di dicembre, l’artista Michael Hayden ha intentato causa alla Corte di New York e, questa volta, a finire nella storia dell’arte giudiziaria è stata “Made in Heaven”, l’iconica serie realizzata da Koons nel 1989 con l’allora moglie Ilona Staller aka Cicciolina. Secondo quanto sostenuto da Hayden, Koons avrebbe usato una sua scultura, un serpente aggrovigliato intorno a una lastra di roccia, senza accreditarlo come autore.
I più ricorderanno, in effetti, come proprio una roccia con un serpente compaia come supporto a diverse opere tratte da “Made in Heaven” in cui Koons, attualmente protagonista di una grande mostra a Palazzo Strozzi, a Firenze, si effonde nelle appassionate interazioni amorose con Staller. Ancora una volta, le carte giudiziarie aprono uno spiraglio interessante nell’arte, perché Hayden, che negli anni ’80 viveva in Italia, avrebbe realizzato la scultura nel 1988, come oggetto di scena per i film e le performance dal vivo dell’ex pornostar. L’opera sarebbe stata acquistata da Riccardo Schicchi, all’epoca manager di Cicciolina, e conservata nello studio di Schicchi, sede della società Diva Futura, a Roma, dove lo stesso Koons si recò in più occasioni, per scattare diverse fotografie della serie “Made in Heaven” e pare che fu proprio Schicchi a dare l’idea “compositiva” delle immagini.
Jeff Koons è stato dunque accusato di aver incorporato la scultura di un altro artista senza l’approvazione dell’autore, senza citarne la paternità e senza accreditargli alcuna fee, in diverse opere di “Made in Heaven”. «Riteniamo che questa sia una massiccia violazione dei diritti di Hayden come artista», ha dichiarato a Reuters l’avvocato Jordan Fletcher, esperto di plagi e di appropriazioni indebite di Koons. Fu infatti lo stesso Fletcher a rappresentare il fotografo Mitchel Gray, che nel 2015 accusò Koons di aver usato una sua fotografia scattata per una campagna pubblicitaria per la Gordon’s Dry Gin. La causa si concluse nel 2016, con un accordo tra le parti. E galeotta è spesso la pubblicità: nel 2018, Koons è stato riconosciuto colpevole di plagio di una campagna di shooting realizzata nel 1985 per l’etichetta di abbigliamento francese Naf Naf.
Hayden ha affermato di essere venuto a conoscenza dell’appropriazione indebita di Koons solo nel 2019, quando vide la scultura della serie “Made in Heaven” in un articolo pubblicato in Italia e riferito, nemmeno a farlo apposta, alla causa tra Cicciolina e Sotheby’s. Oltre a chiedere un risarcimento economico e la citazione nei crediti – quindi fate attenzione alle didascalie d’ora in poi –, Fletcher chiederà ai giudici di impedire a Koons la vendita o la riproduzione delle opere in cui compare la scultura incriminata che, secondo gli atti depositati in tribunale, sono tre: Made in Heaven (1989), una litografia commissionata dal Whitney Museum ed esposta al pubblico per la prima volta in un grande manifesto a Manhattan; Jeff and Ilona (Made in Heaven) (1990), una scultura di legno policromo che riproduce esattamente l’opera di Hayden, esposta alla Biennale di Venezia del 1990; Jeff in the Position of Adam (1990), un olio su tela.
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Michael A. Hayden è anche cittadino Italiano che risiede tra Italia, Nicaragua (dove lavora come pittore, disegnatore di interiori/exteriori, architetto) e gli Stati Uniti.