Nel 1914, la cosiddetta Venere Rokeby (1647-1651), capolavoro del pittore spagnolo Diego Velázquez, venne aggredita dalla suffragetta Mary Richardson, nell’ambito della rivolta femminista per il diritto al voto. La tela, conservata presso la National Gallery di Londra, all’epoca era stata sfregiata con una mannaia. Oggi l’opera è stata nuovamente presa di mira da due giovani sostenitori di Just Stop Oil, che hanno colpito ripetutamente il vetro di protezione con oggetti contundenti, danneggiandolo vistosamente in più punti.
Just Stop Oil è un’organizzazione ambientalista britannica che si è già resa nota alla cronaca per le sue azioni radicali di sciopero, manifestazione, blocchi al traffico e soprattutto per le proteste davanti alle opere d’arte nel Regno Unito (come nel caso della zuppa lanciata sui Girasoli di Vincent Van Gogh alla National Gallery di Londra), trovando complici in tutto il mondo (come la volta del purè tirato su Monet in Germania). Stavolta la loro attenzione si è concentrata sulla Venere Rokeby di Diego Velázquez, di nuovo alla National Gallery di Londra.
A darne la notizia sono proprio gli attivisti di Just Stop Oil, sui loro canali social. Su Instagram hanno infatti pubblicato un video in cui documentano l’azione avvenuta nella mattinata del 6 novembre. Si vedono due giovani armati di un oggetto contundente, apparentemente un martello di emergenza, che si scagliano contro il quadro ripetutamente per infrangerne il vetro protettivo in più punti, insistendo sulla zona centrale, in corrispondenza dello specchio nel quale si vede il riflesso di Venere. Un gesto simbolico per un oggetto che, da sempre, rappresenta la vanità femminile e quindi il suo svolgimento. Dopo aver colpito, si voltano verso la sala, per declamare il loro discorso, in cui motivano la loro azione, definendola una risposta al recente permesso governativo in favore dei combustibili fossili. I due giovani si sono quindi seduti mani nella mano davanti al quadro, fino all’intervento della sicurezza.
La scelta del bersaglio non è lasciata al caso. Si tratta della cosiddetta Venere Rokeby, chiamata così dalla sua precedente sede, Rokeby Park, una casa di campagna nella contea di Durham, dove l’opera è stata esposta per molto tempo, prima del suo arrivo, nel 1906, alla National Gallery di Londra. L’opera, l’unico nudo femminile di Velazquez, già nel 1914 era stata oggetto di aggressione da parte di Mary Richardson, come segno di protesta per l’imprigionamento della suffragetta Emmeline Pankhurst. L’opera era stata sfregiata dalla donna con una mannaia ma venne poi ripristinata con un intervento di restauro.
«Le donne non hanno ottenuto il diritto di voto votando; è tempo di fatti, non di parole», hanno detto gli attivisti durante la recente aggressione. «Se amiamo la storia, l’arte, le nostre famiglie, dobbiamo “Just Stop Oil” (ndr, fermare il finanziamento ai combustibili fossili)». «Deeds, not words», “fatti non parole”, hanno detto i due attivisti in azione alla National Gallery, richiamando così anche lo slogan usato dalle Suffragette.
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