21 gennaio 2023

Keenan Anderson ucciso dalla polizia come George Floyd. Ecco perché la cultura non deve smettere di lottare contro il razzismo

di

L'omicidio da parte della polizia del cugino di una delle fondatrici del Black Lives Matter è passato quasi inosservato, complice il razzismo sistemico che permea le società occidentali. L'artista Elisa Bertaglia, che da anni vive a New York, riflette su un'integrazione che è ancora un miraggio. Ma le istituzioni culturali possono fare tanto per cambiare le cose

Black Lives Matter. ph. Clay Banks
Black Lives Matter. ph. Clay Banks

Se alcuni hanno avuto – erroneamente – l’impressione che il movimento Black Lives Matter sia nato come reazione al brutale omicidio di George Floyd accaduto a maggio 2020, non è una circostanza fortuita: il ‘caso-Floyd’ è stato l’evento che ha dato al Black Lives Matter una grande risonanza e una diffusione virale, sollevando contemporaneamente opinioni e critiche attraverso i cinque continenti. Il Black Lives Matter però nasce ben sette anni prima in seguito ad un altro omicidio, quello di Trayvon Martin nel 2012, e alla scarcerazione del suo assassino l’anno seguente. Con il passare degli anni, dieci per l’esattezza, dal 2013 al 2023, il movimento è cresciuto, anche a causa del fatto che molti altri omicidi di uomini e donne di colore ad opera della polizia sono avvenuti sotto gli occhi di tutti. Dieci anni in cui questo importantissimo movimento contro il razzismo ha fatto molta strada e ha portato a grandi cambiamenti. Non possiamo però dirci soddisfatti, siamo ancora troppo lontani dal raggiungimento degli obiettivi prefissati e la data del 3 gennaio scorso segna una ulteriore tragica sconfitta.

Simone Leigh, mostra temporanea High Line, a cura di Cecilia Alemani
Simone Leigh, mostra temporanea High Line, a cura di Cecilia Alemani

L’emergere del Black Lives Matter in America

Se è vero che i movimenti sociali hanno bisogno di tempo per attecchire e produrre effetti positivi, è vero anche che il loro progredire non procede secondo una linea evolutiva in costante crescita, ma segue più che altro dei balzi, irregolari singhiozzi, salti irrequieti in avanti seguiti da piccole scosse di assestamento. E calma piatta fino ‘all’incidente’ successivo che scatena una nuova reazione e un nuovo scandalo. Ma a prescindere dal suo irregolare progredire, il Black Lives Matter è un movimento di cruciale importanza per la nostra società, un movimento che va sostenuto e portato avanti con fierezza e forza perché i valori di cui è fatto dovrebbero essere alla base di qualunque società ‘umana’. La lotta al razzismo fino al suo totale annientamento.

Little Caribbean
Little Caribbean

L’importanza del movimento Black Lives Matter

In che punto della curva ci troviamo dunque? Come misuriamo gli effetti del Black Lives Matter oggi? E che ruolo ha avuto la cultura in tutto questo? Rispondere a queste domande è difficile. Vorrei provarci rimarcando tre date: 26 febbraio 2012, omicidio di Trayvon Martin; 25 maggio 2020, omicidio di George Floyd; 3 gennaio 2023, omicidio di Keenan Anderson (queste non sono purtroppo le uniche date importanti, sono forse tristemente le più note; in questo lungo arco di tempo molti altri omicidi sono avvenuti in circostanze troppo simili per considerarli separatamente). Il Black Lives Matter è stato tutt’altro che inutile. Senza questo movimento queste morti probabilmente sarebbero passate inosservate. Il Black Lives Matter ha puntato un faro gigante sul problema razziale negli Stati Uniti oggi. E da questo faro le istituzioni, il mondo della cultura, blandamente anche la politica, hanno iniziato a lavorare seppur con fatica per cambiare in meglio la società.

Prospect Lefferts Gardens
Prospect Lefferts Gardens

I quartieri di New York e la divisione culturale

In un paese così esteso come gli Stati Uniti la questione razziale non è identica ovunque, vi sono Stati (più democratici di altri) in cui apparentemente il problema del razzismo non esiste. Ma anche in una metropoli tra le più eterogenee come New York troviamo una realtà che a volte risulta sconcertante. Vivo qui da diverso tempo e per esperienza posso affermare che il concetto di integrazione non è che un mero miraggio e la struttura urbanistica divisa per quartieri ricalca divisioni etniche e dissapori ancestrali. La nomenclatura stessa dei quartieri, per quanto innocua, anzi affascinante, lo dimostra: Chinatown, Little Italy, Little Caribbean, Little Haiti. È noto inoltre che Greenpoint è abitato da una popolazione a maggioranza polacca, Coney Island russa, Bay Ridge ucraina, Flushing cinese, Bed Stuy afroamericana, e così via. Dietro questa apparente e innocente divisione, si cela una realtà difficile da accettare: la ‘mescolanza’ non esiste e ognuno vive barricato dentro i limiti della propria comfort zone, con rarissime eccezioni.

Prospect Lefferts Gardens
Prospect Lefferts Gardens

La lotta al razzismo nei quartieri e nelle istituzioni culturali

Dalla nascita del Black Lives Matter ad oggi anche a New York le persone che si sono mosse in difesa dell’uguaglianza tra tutti gli uomini sono state molte, e il mondo della cultura si è posto in prima linea. Se alle finestre di tantissimi quartieri sono comparsi striscioni a sostegno del Black Lives Matter, sulla recinzione di una scuola a Little Caribbean (a maggioranza creola e afroamericana) è comparsa la scritta fatta con brandelli di stoffe arcobaleno “Love is my sword, truth is my compass”. Sul cavalcavia di Prospect Lefferts Gardens un’installazione di mascherine-bavaglio bianche riporta cuciti i nomi di vittime del razzismo, tra questi anche Breonna Taylor, uccisa dalla polizia a Louisville la notte del 13 marzo 2020. Segni evidenti che tutto quello che la cultura ha fatto e sta facendo è riuscito a raggiungere anche le fasce più impenetrabili della società. E poi ovviamente ci sono le grandi mostre, l’impegno a livelli altissimi di musei ed istituzioni per promuovere l’uguaglianza, far nascere riflessioni, ribaltare il trend culturale con la promozione di artisti di colore e con mostre imperniate su tematiche inerenti al razzismo. Pensiamo ad esempio alla mostra One: Titus Kaphar presentata al Brooklyn Museum nel 2019 oppure la personale di Kerry James Marshall alla Jack Shainman Gallery intitolata Exquisite corpse: this is not the game. Tuttavia non abbiamo ancora raggiunto l’obbiettivo. L’omicidio di Keenan Anderson lo dimostra.

One. Titus Kapar, Brooklyn Museum, installation view
One. Titus Kapar, Brooklyn Museum, installation view

Politica e razzismo sistemico

I quattro anni di presidenza Trump hanno lasciato strascichi e ferite difficili a rimarginarsi. La politica del machismo, del maschio alfa come modello da seguire, la dialettica dell’odio e della paura, dell’arroganza e del disvalore, con demagogia e inganno (l’Europa non è molto diversa, pensiamo ad esempio alle figure di Salvini, Meloni o Marie Le Pen, solo per fare qualche esempio) non hanno fatto altro che esacerbare attriti irrisolti. Il seme della paura ha covato un odio cieco e vendicatore. Una società impaurita è facile da controllare. La paura si nutre di ignoranza; una società ignorante è una società sottomessa. Non a caso il mondo della cultura è stato quello che più ha dato al Black Lives Matter, cercando di istruire, informare, risvegliare coscienze, far comprendere, pensare. Ma vari fattori – un sistema educativo costosissimo e assolutamente non democratico (basti guardare i costi da capogiro di college e università, ben pochi ragazzi in percentuale hanno la possibilità di raggiungere un livello di istruzione medio), la pandemia, l’isolamento, i licenziamenti, il livello di povertà in vertiginosa salita e un corpo di polizia che spesso “dimentica” i valori che è chiamato a servire – hanno fatto sì che dopo tutto questo tempo non siamo ancora riusciti debellare la piaga del razzismo.

Kerry James Marshall, _Exquisite corpse. this is not the game_, installation view at Jack Shainman Gallery
Kerry James Marshall, Exquisite corpse. this is not the game, installation view at Jack Shainman Gallery

Le responsabilità della Cultura nella lotta all’odio

Il drammatico tragico omicidio di Keenan Anderson è talmente sconvolgente da far venire voglia di abbandonare le armi e crogiolarsi nel lutto. Ma con un po’ di distacco, se possibile, dobbiamo riconoscere che il Black Lives Matter ha saputo governare le redini di questo caos, sollevando problemi, ponendo domande, svegliando le menti. Oggi siamo qui. Leggiamo, discutiamo, ci informiamo, ci indigniamo. Ne parliamo. Siamo attivi e reattivi, nulla è perduto. Riconosciamo il nostro dovere e la responsabilità di fare da traino, sicuri di poter trasformare in meglio la società in cui viviamo. Per questo la cultura non deve smettere di lottare contro il razzismo. Al contrario del pensiero comune, non l’economia, ma la cultura è il motore trainante di una società.

Kerry James Marshall, _Exquisite corpse. this is not the game_, installation view at Jack Shainman Gallery
Kerry James Marshall, Exquisite corpse. this is not the game, installation view at Jack Shainman Gallery

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui