Alla fine, dopo aver attraversato mille disavventure, la Barca Nostra di Christoph Buchel ha trovato il suo porto sicuro: il peschereccio che, nell’aprile del 2015, si inabissò nel canale di Sicilia, trascinando con sé la vita di più di 800 persone, e che fu esposto alla Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia del 2019, sarà conservato ad Augusta. Il Comune siciliano, infatti, si era proposto di realizzare un Giardino della Memoria dedicato alle vittime del mare, con l’opera di Buchel, artista vincitore dell’Hugo Boss Prize, a fare da testimonianza, assecondando la volontà del Comitato 18 Aprile, sorto proprio per mantenere il ricordo di quella tragedia e di tutte le altre che continuano ad accadere nel Mediterraneo. Ma prima di ritornare in Sicilia, la barca, diventata monumento, ha rischiato seriamente di essere smantellata, distrutta per sempre.
Il relitto fu recuperato tra il 2016 e il 2017, grazie a un’operazione senza precedenti, che vide il coinvolgimento della Marina Italiana, dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa Italiana, dell’Università di Milano, del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense e di altre autorità nazionali e locali, come l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Passata nella proprietà del Comune di Augusta, a seguito di ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero Italiano della Difesa, la barca era data in comodato d’uso per un anno all’artista Christoph Buchel, nell’ambito del progetto Barca Nostra, curato da Maria Chiara Di Trapani e dal Comitato 18 Aprile. Il peschereccio fu quindi portato a Venezia, tra i Progetti Speciali della Biennale Arte 2019, su invito del Curatore Ralph Rugoff.
In Laguna, negli spazi esterni dell’Arsenale, l’opera è rimasta esposta per la durata della manifestazione, salvo poi rimanerci ad oltranza, anche dopo la chiusura della Biennale, incastrata in un limbo giudiziario per capire a chi spettassero i costi della rimozione e del trasporto. Il rischio concreto era che l’opera potesse rimanere senza un legittimo proprietario, venendo quindi smantellata.
Ma grazie alla collaborazione tra la Capitaneria di porto, l’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale e la Marina militare, è stato possibile organizzare il rientro della Barca Nostra nella nuova darsena di Augusta, dove rimarrà diventando a tutti gli effetti un monumento del Giardino della Memoria, un segnale per la coscienza storica collettiva, ha spiegato Giorgia Mirto, antropologa ricercatrice alla Columbia University, che con l’Università di Amsterdam ha creato un database per raccogliere le identità di tutte le persone decedute nel Mediterraneo e seppellite in Europa.
«Dopo l’esposizione alla Biennale d’arte di Venezia del 2019, dove è stato visitato da migliaia di persone e da esponenti della cultura, delle istituzioni civili e religiose e del mondo dell’arte, il relitto del naufragio del 18 aprile 2015 è rimasto più a lungo del previsto sulla banchina dell’Arsenale. Si è ora risolta positivamente la controversia che ne aveva ritardato la partenza da Venezia. La Barca nostra rimarrà in Sicilia per ricordare la più grande tragedia di migranti avvenuta nel Mediterraneo», si legge in un comunicato diffuso dal sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, della portavoce del Comitato 18 Aprile, Cettina Saraceno. «Il ritardo del rientro del barcone ad Augusta non ha indebolito l’idea e la volontà del Comitato 18 Aprile, dell’amministrazione comunale, degli organismi sociali, culturali e artistici e delle istituzioni scientifiche ed accademiche coinvolte affinché si realizzino il Giardino della memoria e il Museo dei diritti, un museo diffuso e in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo», hanno assicurato di Mare e Saraceno.
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