Da Giambattista Vico, assiduo frequentatore delle sue bellissime sale, al sequestro del 2012, nell’ambito di una indagine sul furto dei preziosi volumi conservati nella sua collezione. E, oggi, la speranza di una riapertura. Quella della Biblioteca dei Girolamini, nel complesso monumentale della Chiesa dei Girolamini, in pieno centro storico di Napoli, «È una storia di riscatto e di giustizia che parte dall’episodio doloroso del furto dei libri e che oggi, con il dissequestro e il prezioso lavoro svolto da tutte le istituzioni coinvolte, permette di scrivere un nuovo futuro per uno dei luoghi più belli d’Italia e, quindi, del mondo». Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha commentato il primo passo per il recupero di un bene culturale di grande rilevanza anche simbolica. Riallacciando i nodi con la sua prima, memorabile apertura, nel 1586, prima Biblioteca di un ordine monastico a essere fruibile dal pubblico laico di studiosi, filosofi e intellettuali.
«Il recupero di questo gioiello del patrimonio culturale è stato sotto gli occhi di tutti coloro che hanno a cuore la tutela dei beni culturali. Credo molto nel ruolo delle biblioteche come luoghi vivi, in cui si custodisce la memoria e la si espone ai tanti studiosi e viaggiatori che la vogliono ammirare», ha continuato Franceschini, intervenuto alla conferenza stampa insieme al Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, al segretario Generale del Mic, Salvatore Nastasi, alla direttrice Generale Biblioteche e Diritto d’Autore, Paola Passarelli e al direttore Generale Musei, Massimo Osanna.
La strada per la riapertura sarà ancora lunga ma potrà contare su ingenti risorse: il MiC ha infatti stanziato 20 milioni di euro per il recupero e la messa in sicurezza del complesso monumentale, reso autonomo dal Ministero e che comprende la chiesa di San Filippo Neri e la Quadreria con opere di grandi maestri come Federico Zuccari, Luca Giordano, Pomarancio, Jusepe de Ribera, Guido Reni, oltre alla biblioteca, che comprende circa 180mila pezzi – tra i quali 137stampati musicali, 5mila edizioni del Cinquecento, 120 incunaboli, 10mila edizioni rare e di pregio, 485 periodici e una quantità non ancora determinata di microfilm e ritratti – posti, appunto, sotto sequestro giudiziario. I lavori consentiranno dunque una maggiore fruibilità non solo della biblioteca ma anche dell’archivio musicale, della Chiesa e della quadreria, ha spiegato il ministro.
La devastazione e il saccheggio del patrimonio librario, perpetrati dall’ex direttore Marino Massimo De Caro ed emersi nella primavera del 2012, indussero la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, il 18 aprile 2012, a sottoporre a sequestro preventivo la Biblioteca Statale Oratoriana annessa al monumento Nazionale dei Girolamini. Lo Stato italiano prese dunque direttamente in custodia il Monumento e quanto era presente all’interno, con la sottoscrizione, nell’ottobre 2013, di una convenzione tra l’allora MiBACT e la Confederazione dell’Oratorio di san Filippo Neri, per la gestione diretta. Nello stesso anno iniziò l’iter per le gare di appalto, concluso nel 2015. Ma in questi anni, i lavori, che hanno potuto contare anche sui fondi POR di 7 milioni di Euro nell’ambito del Grande Progetto UNESCO per la valorizzazione del Centro Storico, sono andati avanti a rilento.
Nell’aprile 2017, la titolarità del Complesso monumentale dei Girolamini (chiesa, biblioteca, ex oratorio con i chiostri) è stata assegnata al Polo museale della Campania, oggi Direzione regionale Musei Campania. Dal 5 febbraio 2020, la Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini è diventata Istituto dotato di autonomia speciale, di rilevante interesse nazionale, afferente alla Direzione generale Biblioteche e Diritto d’Autore. Nel settembre 2020, infine, Antonella Cucciniello, storica dell’arte e già Direttrice della Direzione regionale Musei Calabria, è stata nominata direttrice.
Pur avendo ripristinato parzialmente i servizi bibliotecari, la Biblioteca e il Complesso non sono visitabili in maniera regolare, a causa degli estesissimi cantieri di restauro, che comprendono la Chiesa e la Sala Vico. Ma in questi ultimi mesi, pure i suoi spazi hanno ospitato alcuni eventi, come la presentazione del più antico esemplare di Commedia di origine partenopea, risalente alla metà del XIV Secolo, in occasione delle celebrazioni della Giornata Nazionale dedicata a Dante Alighieri. Attualmente sono attivi soltanto alcuni servizi della Biblioteca ma la speranza è che, al più presto, i teloni dei cantieri possano svelare la bellezza del Complesso, restituito finalmente al pubblico nella sua interezza.
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