È uno dei punti di riferimento più vivi e iconici della cultura e della socialità di Milano, un luogo di aggregazione storico e trasversale dove, tra le altre cose, si può giocare a carte o a tombola e dove Maurizio Cattelan presentò il lancio del suo patinatissimo progetto editoriale TOILETPAPER, in collaborazione con il fotografo Pierpaolo Ferrari. Oppure dove Francesco Guccini presentò il suo ultimo disco di una lunga e intensa carriera. Era L’Ultima Thule, nel 2012. E poi, le cene organizzate dalle maggiori gallerie d’arte contemporanea. E tante altre ancora sono le storie che hanno attraversato la Sala Venezia del Circolo Combattenti e Reduci che, oggi, è sotto sfratto: l’avviso è arrivato dall’Agenzia del Demanio e la data indicata per abbandonare i locali è fissata per l’8 aprile 2021. Secondo il piano, verrà trasformata in un archivio della Questura di Milano, chiudendone di fatto la fruizione pubblica. Immediate e doverose le voci di protesta e altrettanto rapida l’apertura di una petizione che, nel giro di poche ore, ha già raggiunto più di 11mila firme.
L’appello chiede una soluzione all’Agenzia del Demanio, nella persona del Direttore Regionale Ing. Luca M. Terzaghi, alla Questura di Milano, nella persona del Questore Giuseppe Petronzi, alla Regione Lombardia, nella persona del Presidente Attilio Fontana, e al Comune di Milano, nella persona del Sindaco Beppe Sala. Nel testo della petizione sono ricostruiti anche i vari passaggi che hanno portato allo sfratto.
Nel settembre del 2018, il Presidente ANCR – Associazione Nazionale Combattenti Antonio Di Furia, che gestisce Sala Venezia dal 1987, inviò la domanda di rinnovo della concessione, presentandola entro i termini stabiliti, cioè con 12 mesi di anticipo rispetto alla scadenza della concessione. La risposta dell’Agenzia del Demanio arriva nel dicembre 2019, invitando a presentare l’istanza di concessione, presentata quindi da Di Furia seguendo le indicazioni.
Ma nel dicembre 2019, Di Furia viene a conoscenza, in modo del tutto casuale, che Sala Venezia è oggetto di un Avviso di Bando pubblicato dall’Agenzia del Demanio per acquisire eventuali ulteriori manifestazioni di interesse per la concessione dell’immobile entro il 22 gennaio 2020. Dalla manifestazione di interesse non scaturiscono però conseguenze e, nel gennaio 2021, Di Furia richiede un appuntamento con la direzione del Demanio, inizialmente confermato e poi annullato causa COVID.
Nel giugno 2021, Di Furia riceve però una “Nota di avvio procedimento di rilascio spazi demaniali alla Questura”. Vistosi negato un incontro con l’Agenzia del Demanio, Di Furia si affida allo studio legale Porciani per valutare l’iter che possa tutelare il Circolo ANCR Sala Venezia. Nel dicembre 2020, quindi, l’Agenzia del Demanio invia la comunicazione di sfratto definitivo, previsto appunto per l’8 aprile 2021.
Intanto, Di Furia riesce a interloquire con il vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, che ha mostrato la sua disponibilità nel sostenere Sala Venezia, mediando e cercando una soluzione nell’ambito delle proprie possibilità. Nell’aprile 2021, quindi, il ricorso viene depositato al TAR della Lombardia. Da sottolineare che il Circolo, chiuso a causa della pandemia da marzo 2020, ha sempre pagato le rate dell’affitto nelle scadenze prestabilite.
«Nonni e nipoti, famiglie, bambini, gruppi di amici, ma anche artisti e volti noti del panorama culturale italiano, sono la colorata “famiglia” di Sala Venezia», si legge nella petizione. «Un luogo nato per aggregare le persone, dove giocare a carte e a tombola, bere un caffè, pranzare e cenare in compagnia, e soprattutto ballare, dal liscio al boogie woogie, dal lindy hop ai balli di gruppo». «Da sempre la missione è quella di preservare l’identità e lo spirito di una realtà così significativa, mantenendola viva, soprattutto per molti anziani per i quali rappresenta un luogo di profonda condivisione, grazie alle numerose attività organizzate (il ballo sociale, le gite, i tornei di giochi da tavola)».
Per leggere il testo integrale e firmare la petizione, si può cliccare qui.
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