I fan di David Bowie avranno una nuova casa spirituale al Victoria & Albert Museum di Londra. Il museo dedicato al design e alle arte applicate, tra i più importanti e visitati al mondo nel settore, esporrà in maniera permanente l’enorme archivio dell’immortale rock star. Si tratta di oltre 80mila oggetti, tra testi scritti a mano, lettere personali, strumenti musicali e, soprattutto, gli iconici costumi, che saranno allestiti in una nuova sede distaccata del Victoria & Albert, il V&A East Storehouse, a East London, appositamente costruita per oltre 250mila oggetti, 350mila libri e mille archivi ma anche laboratori di restauro e conservazione, aree di lavoro, sale di ricerca e lettura, insieme a gallerie e spazi espositivi e performativi. Qui troverà casa anche la collezione del David Bowie Centre for the Study of Performing Arts, che dovrebbe aprire nel 2025.
«David Bowie è stato uno dei più grandi musicisti e interpreti di tutti i tempi. Il V&A è entusiasta di diventare custode del suo incredibile archivio e di poterlo aprire al pubblico», ha dichiarato Tristram Hunt, direttore del museo londinese. «Le innovazioni radicali di Bowie attraverso la musica, il teatro, il cinema, la moda e lo stile – da Berlino a Tokyo a Londra – continuano a influenzare il design e la cultura visiva e ispirano creativi da Janelle Monáe a Lady Gaga a Tilda Swinton e Raf Simons. Il nostro V&A East Storehouse è il luogo ideale per mettere in dialogo il lavoro di Bowie con la collezione del V&A che abbraccia 5mila anni di arte e design».
La collezione copre sei decenni di vita e lavoro, dagli inizi della sua carriera negli anni ’60 fino alla sua morte avvenuta nel 2016, di una delle icone culturali più influenti del XX Secolo e comprende la tuta disegnata da Freddie Burretti indossata da Bowie quando divenne Ziggy Stardust, le creazioni sgargianti di Kansai Yamamoto per il tour di Aladdin Sane del 1973, il cappotto con la Union Jack che il cantautore indossò sulla copertina del suo disco del 1997, “Earthling” (disegnato dallo stesso Bowie con Alexander McQueen) e i testi scritti di suo pugno di quella che è, probabilmente, la sua canzone più ascoltata e cantata, “Heroes”.
Tra le altre memorabilia, l’archivio comprende più di 70mila fotografie, stampe, negativi, lucidi di grande formato, diapositive e provini, realizzati da alcuni dei principali fotografi contemporanei, da Terry O’Neill a Brian Duffy e Helmut Newton. Non mancano anche gli scritti più intimi, nei quali compaiono flussi di pensieri e progetti non realizzati, la maggior parte dei quali non sono mai stati visti prima dal pubblico.
L’acquisizione e la creazione del David Bowie Centre è stata resa possibile grazie alla David Bowie Estate, con il supporto del Warner Music Group, e a una generosa donazione di 10 milioni di sterline da parte della Blavatnik Family Foundation, la fondazione voluta dall’imprenditore ucraino Leonid Blavatnik, che per diversi anni è stato l’uomo più ricco del Regno Unito e al quale il V&A aveva già intestato la sua Hall, sempre a seguito di una donazione.
L’acquisizione segue la mostra del 2013 del V&A, “David Bowie Is…”, durante la quale furono esposti per la prima volta i cimeli raccolti nel David Bowie Archive. La mostra fu visitata da oltre due milioni di persone e fu presentata in sedi in tutto il mondo, diventando una delle esposizioni più popolari di tutti i tempi del V&A.
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