Il cambio di direzione nelle strategie culturali, con il passaggio – anzi, il ritorno – di testimone da Alberto Bonisoli a Dario Franceschini, si nota anche nelle politiche internazionali. Se giusto un anno fa il sottosegretario di area leghista Lucia Borgonzoni insorgeva contro il prestito delle opere di Leonardo al Louvre, al grido di “Si dice Leonardo non Leonardò”, adesso si ingrana la marcia indietro. C’è infatti l’approvazione di Giulio Manieri Elia, direttore della Galleria dell’Accademia di Venezia, al prestito per otto settimane dell’Uomo Vitruviano al museo parigino, in occasione della grande, imperdibile mostra dedicata al Genio Vinciano, in apertura il 24 ottobre. E l’accordo è salutato con entusiasmo anche dalla stampa estera, con il Guardian che annuncia la fine delle ostilità “artistiche” tra Francia e Italia.
A ratificare l’accordo, sarà lo stesso Franceschini che, con il suo omologo francese Franck Riester, nella sede del ministero della cultura francese in Rue de Valois, ha firmato il Memorandum di partenariato Italia-Francia, che prevede il prestito, da una parte, delle opere di Leonardo al Louvre, dall’altra, di quelle di Raffaello alle Scuderie del Quirinale, per marzo 2020. In effetti, prima del muro innalzato dal ministero gialloverde, Franceschini, durante primo mandato, aveva già stretto un accordo con il Louvre per il prestito delle opere. Per il ministro d’area PD, partecipare alla mostra su Leonardo rappresenta un’occasione troppo importante, tanto per la visibilità – che Franceschini ha sempre considerato come un valore decisivo – che per l’opportunità di stringere relazioni.
In verità, contrario al prestito era stato anche Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, museo dove è conservata l’Annunciazione, capolavoro realizzato da Leonardo tra il 1472 e il 1475. Il dipinto, un olio e tempera su tavola, ritrovato nella chiesa di San Bartolomeo a Monteoliveto, piccolo Comune a sud di Firenze, venne trasferito nel 1867 alle Gallerie degli Uffizi ed è considerato inamovibile, per le delicate condizioni. ‹‹Noi non daremo nessun quadro, ma siamo assolutamente aperti al prestito di disegni di Leonardo da Vinci. Credo dunque di trovare l’appoggio dei colleghi francesi del Louvre, quando applichiamo la stessa regola che viene usata per la Gioconda. Il Louvre giustamente non fa viaggiare la Gioconda››, dichiarò Schmidt, che citò anche, per chiarezza storica, l’episodio del prestito dell’opera agli Stati Uniti e alla Russia.
E dunque, a parte Uomo Vitruviano, l’iconico disegno a inchiostro su carta conservato appunto a Venezia, quali saranno le altre opere in prestito? Non si sa ancora con precisione ma tra le probabili ci sarebbero comunque grandi capolavori, come la Scapiliata, un dipinto a terra ombra, ambra inverdita e biacca su tavola, databile al 1508 e conservato nella Galleria nazionale di Parma, e il Ritratto di Musico, un olio su tavola risalente al 1485, conservato nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
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