Anno nuovo, soliti atti sconsiderati a dir poco. Una lettera recante immagini offensive e insulti di stampo antisemita è stata recapitata nei giorni scorsi al MEIS – Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara. A scoprire la busta incriminata, confusa tra la posta normale, alcuni impiegati, rientrati ieri in ufficio dopo la chiusura per le festività natalizie. Sulla vicenda, al momento, non sono trapelate altre notizie ma sono in corso le indagini della Digos. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, sulla busta è riportato l’indirizzo del Museo e ci sarebbe anche il timbro di spedizione, quindi la lettera non dovrebbe essere stata consegnata a mano.
In merito si sono espresse tutte le cariche, sia cittadine che regionali, che hanno ribadito il proprio supporto al Museo aperto nel dicembre 2017. «Non sarà la violenza a prevalere, ma la costanza e l’impegno di chi lavora ogni giorno per conservare e tramandare la memoria di ciò che è stato», ha dichiarato il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri. «Grazie quindi al direttore Amedeo Spagnoletto e a tutto il personale del Meis per la preziosa missione che portano avanti, grazie alla Digos per il lavoro investigativo sulle tracce dei responsabili e a tutte le forze dell’ordine impegnate nei servizi di protezione e sicurezza. Siamo al loro fianco».
Solidarietà anche da parte di Stefano Bonaccini, presidente della Regione, e di Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura: «Di fronte a gesti come questi è importante stringerci a chi, in questo caso il Museo dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara, è fatto bersaglio di farneticazioni inqualificabili».
Sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: «Ferma e risoluta condanna del gesto antisemita indirizzato al Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. Un atto vile e spregevole, che colpisce un’istituzione culturale voluta per ricordare le sofferenze, le persecuzioni e le atrocità subite dalla comunità ebraica italiana a causa delle infami leggi razziali».
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