16 febbraio 2021

L’impegno per la rigenerazione urbana: intervista a Onofrio Cutaia (II)

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Seconda e ultima parte della nostra lunga intervista al neo Direttore Generale Creatività Contemporanea (DGCC) Onofrio Cutaia. Oggi si parla dell'impegno per la rigenerazione urbana e dell'arte contemporanea, uscita - secondo il direttore - dal suo angolo

San Basilio, Roma

Onofrio Cutaia, dal mese scorso, è il nuovo Direttore Generale Creatività Contemporanea del MiBACT. Ex Direttore Generale per lo spettacolo, dal 2012 al 2014, Cutaia è stato anche, dal luglio dello stesso anno, Direttore Generale per le politiche del Turismo. Docente all’Università degli Studi Roma Tre e alla Sapienza, lo abbiamo raggiunto per farci raccontare i suoi progetti per la DGCC, che iniziano in un anno non facile come il 2021. Seconda parte della nostra intervista, mentre la prima potete leggerla qui.

Onofrio Cutaia

Una questione molto dibattuta negli ultimi anni è stato il rapporto tra grandi centri e periferia. Che cosa c’è sul piatto della DGCC per tutelare e sostenere le piccole realtà “lontane” dai fulcri del contemporaneo ma spesso molto operose e animate, di cui è costellata l’Italia, e valorizzarne la ricerca?

Incidere nettamente sul territorio è un obiettivo prioritario. Sono le realtà già operanti a livello locale che danno lo stimolo all’istituzione centrale a rendersi parte integrante, seria e autorevole, di un processo già in corso. Ho già preso, ad esempio, contatto con l’ANCI, che è fondamentale per questo lavoro di “costruzione” e che è interlocutore privilegiato anche per valutare processi creativi in continuo divenire, come street art e arte pubblica. Cosa succede nei territori? Quali sono i movimenti in corso nel Paese? Un’istituzione centrale come la nostra non deve essere di retroguardia, ma deve diventare un punto di riferimento, deve saper ascoltare e aiutare il lavoro degli artisti e dei creativi in generale, anche in ambiti non istituzionali e non garantiti. A tal proposito, la Direzione Generale ha emanato la prima edizione del bando “Exhibit Program”, un programma di contributi finanziari volto proprio a incentivare le buone pratiche circa la qualità delle mostre d’arte contemporanea in Italia in musei pubblici e spazi non profit, attraverso il quale ha sostenuto progetti espositivi che coinvolgano artisti italiani, anche emergenti, che si contraddistinguano per un’alta qualità progettuale e curatoriale.

La Direzione Generale Creatività Contemporanea, insieme con la Direzione Generale Turismo del MiBACT, ha lanciato inoltre quest’anno il bando “Borghi in Festival”, che prevede il finanziamento di attività culturali per favorire la rinascita, la rigenerazione culturale, turistica ed economico sociale dei piccoli borghi italiani, con un’ottica di medio e lungo termine. Non è il consueto bando per la promozione turistica dei borghi italiani, perché particolare attenzione sarà data all’innovatività, alla sostenibilità e alla accessibilità delle proposte, al coinvolgimento della cittadinanza e all’impatto sul territorio, soprattutto per le aree prioritarie e complesse. Si tratta di una prima edizione sperimentale, ma il grandissimo riscontro da parte dei Comuni (ben 643 domande di partecipazione) conferma che la direzione è quella giusta.

Reinventing Cities, progetto di riqualifiquazione per piazzale Loreto a Milano

La rigenerazione urbana, piano della DGCC

Tra i Suoi punti di interesse c’è la rigenerazione urbana. Quali sono gli aspetti che pensa di sviluppare maggiormente in questo ambito?

I progetti di rigenerazione urbana servono per ricreare un tessuto, sia sociale sia economico, che si è in parte frammentato e purtroppo dissolto, soprattutto in questo anno di emergenza sanitaria. È il nostro terreno d’azione. I progetti di rigenerazione urbana devono riguardare tutte le aree prioritarie e complesse, sia nelle grandi città sia nei piccoli comuni, non solo quelle aree periferiche, ovvero lontane dal cosiddetto centro cittadino o centro storico, ma anche quelle aree difficili, che esistono nelle nostre città e che spesso sono caratterizzate da situazioni di degrado. Sono aree che hanno anche in sé potenzialità creative eccezionali assolutamente da sostenere. La DGCC ha la volontà di diventare un punto di riferimento istituzionale per i progetti di rigenerazione urbana.

La ricerca artistica è sempre più votata all’interdisciplinarità. Ci saranno nuove iniziative che sostengano questo tipo di produzioni?

La Direzione Generale Creatività Contemporanea ha progetti importanti che devono però essere ulteriormente rafforzati grazie a un incremento del budget a disposizione. Nel frattempo è necessario mettere a sistema il tutto in modo che possa davvero essere un motore per far emergere la creatività contemporanea. Un tema che sto studiando con molto attenzione e sul quale mi sto confrontando con diversi esperti del settore è quello delle residenze creative, un progetto che incroci formazione, produzione e partecipazione. Credo che sia salutare poter mettere insieme le cose, far dialogare l’arte contemporanea, gli artisti visivi, gli architetti, i fotografi con chi fa per esempio spettacolo dal vivo. È necessario trovare un fil rouge che faccia da comune collante tra le tante attività istituzionali. La contaminazione tra le arti già esiste nella realtà, la collaborazione è viva e fervida ovunque ci sia una ricerca o una sperimentazione in atto. Uno degli obiettivi di questa DGCC sarà proprio quello di indagare e supportare i processi di ricerca già in campo nel nostro Paese. In questo senso è in atto uno studio esplorativo per strutturare un vero e proprio sistema di mappatura delle imprese culturali e creative, comprensive della moda e del design.

Riqualificazione Urbana a San Basilio, Roma

La tutela degli attori della filiera e ITsART

Negli ultimi mesi si è intensificato il dibattito sul riconoscimento delle professionalità nel campo dell’arte, spesso rimaste nell’ombra e nel precariato. Che cosa ne pensa? Quali soluzioni praticabili in breve tempo potrebbero esserci?

Non nascondo che soprattutto nell’ultimo anno le iniziative della DGCC hanno avuto come principale obiettivo quello di sostenere il sistema della produzione artistica italiana. Essendo materie trasversali, sarebbe però opportuno che il MiBACT lavori insieme agli altri Ministeri, in un’ottica di condivisione e scambio, anche attraverso l’istituzione di un tavolo permanente che, nell’occuparsi di queste specifiche tematiche, si confronti con quanto viene fatto a livello internazionale sul riconoscimento delle professionalità in campo artistico, tenendo ben presente la normativa europea e le direttive comunitarie.
In quest’ottica, la Direzione Generale Creatività Contemporanea e la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI, hanno lanciano “Cantica21”, con l’obiettivo proprio di sostenere e valorizzare l’operato degli artisti italiani emergenti, mid-career e affermati, favorendone, in particolare, il rilancio nei sistemi culturali e sui mercati internazionali. La DGCC sta inoltre osservando e studiando il mondo delle imprese culturali e creative che si lega in modo diretto a tutta la catena produttiva.

A fronte di nuovi e impegnativi progetti, quale dovrebbe essere ITsART, la cosiddetta Netflix italiana della cultura, sarebbe stato opportuno che il MiBACT avesse previsto ascolto, consultazioni e partecipazione dal basso, coinvolgendo i soggetti che animano il sistema dell’arte in Italia. Non è andata così”. Questo è l’ultimo messaggio del Forum dell’Arte Contemporanea, annunciando un dibattito sul tema. Perché l’arte visiva contemporanea, per certi versi, è ancora considerata la Cenerentola delle discipline, mentre cinema, musica, teatro, spesso ricevono più ascolto dalle istituzioni?

Il Ministero per anni ha gestito la tutela e la conservazione del patrimonio culturale, ma non era all’avanguardia per la fruizione e la valorizzazione, tantomeno per l’attenzione data alla contemporaneità. Il bagaglio di secoli di tradizione è difficile da trasformare in poco tempo. La decisione di dedicare una Direzione Generale al contemporaneo nel 2001 e il successivo ampliarsi delle competenze di questo ufficio (in particolare dal 2014) è significativa ed è una vera e propria presa di coscienza dell’importanza di rivolgersi a ciò che è in atto, a ciò che costituisce la base per il futuro di queste discipline e si inserisce in una più ampia movenza internazionale. La situazione quindi sta già cambiando, siamo all’inizio di un percorso e la prospettiva è quella di dare maggior spazio al patrimonio di domani. L’arte contemporanea si sta prendendo il suo spazio, nonostante ci siano ancora passi da fare. Certo, le discipline dello spettacolo, e in particolare la musica, il teatro e il cinema, hanno dietro di sé un mondo imprenditoriale che ha il suo peso consistente, anche in termini economici, e sono da sempre considerate più “popolari” rispetto all’arte. Ma l’etichetta di “Cenerentola” non è adatta. Il MiBACT, attraverso la nostra Direzione, interloquisce ormai da anni con gli stakeholders di settore, partecipa al Forum dell’Arte Contemporanea (nel 2020 ha aperto uno dei tavoli di discussione), ha firmato protocolli di intesa con il Comitato delle Fondazioni, con AMACI. Questo fa chiaramente capire che la Direzione Generale Creatività Contemporanea, per quanto di sua competenza, è aperta al confronto e al dialogo.

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