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Oltre 700 artisti, musicisti, registi, professori universitari, ricercatori e personaggi pubblici della cultura hanno firmato una lettera aperta accusando la Royal Academy of Arts di Londra di «Censura anti palestinese», per la decisione di rimuovere due opere da una mostra. Si tratta dello Young Artists Summer Show, il progetto espositivo che l’istituzione dedica ad artisti anche più che giovanissimi, di età compresa tra 4 e 19 anni, che studiano nel Regno Unito.
Nella lettera di protesta, pubblicata il 29 luglio dal movimento Artists for Palestine UK e firmata da personalità del mondo dell’arte e della cultura come la finalista del Turner Prize 2017 Rosalind Nashashibi, l’artista Tai Shani – vincitrice del Turner Prize del 2019 – la fotografa Nan Goldin, il musicista Brian Eno e i registi Asif Kapadia e Aki Kaurismaki, si descrive l’azione come «Vergognosa». Le opere sono state rimosse all’inizio di luglio, in seguito alle preoccupazioni sollevate dal Board of Deputies of British Jews, la più grande e la seconda più antica organizzazione comunitaria ebraica del Regno Unito, che le ha descritte come contenenti «Stereotipi e messaggi antisemiti».
Le opere rimosse sono una fotografia di un manifestante che regge un cartello con la scritta “Jews say stop genocide on Palestinians not in our name” – “Gli ebrei dicono di fermare il genocidio sui palestinesi non in nostro nome” – e un disegno realizzato da un artista sedicenne che mostra delle donne che si abbracciano, apparentemente impaurite, sotto una svastica e una figura simile a un Buddha. Il Board of Deputies of British Jews ha messo in dubbio la scelta delal Royal Academy di mostrare questi «Messaggi altamente carichi e controversi» senza «Alcun tentativo di presentare alcun contesto».
Tuttavia, la lettera di protesta, firmata anche da oltre 100 artisti e personaggi della cultura ebrei, afferma che, rimuovendo le opere, l’istituzione londinese è stata «Partecipe della cancellazione del contributo ebraico alla solidarietà con i palestinesi». «Non opponendosi al deplorevole bullismo e alle accuse ridicole contro i giovani artisti, la Royal Academy viola le sue responsabilità etiche e la sua due diligence», ha affermato un portavoce di Artists for Palestine, una rete di artisti e operatori culturali uniti a sostegno della liberazione palestinese e per una giusta ed equa risoluzione in Israele e Palestina, lanciata già nel 2015. «Lungi dal proteggere gli ebrei, la RA sta dando sostegno a una campagna razzista e anti-palestinese che mira a mettere a tacere le espressioni di sostegno al popolo palestinese».
Oltre alla lettera aperta, l’organizzazione di attivisti PCS – Palestinian Solidarity Campaign ha chiesto ai suoi 300mila sostenitori di inviare una e-mail al direttore generale della Royal Academy, Axel Rüger, informandolo delle proprie preoccupazioni riguardo alla «Censura» dell’organizzazione. «Nel mettere a tacere la solidarietà per la Palestina, la Royal Academy è complice nel proteggere lo Stato di Israele dalla responsabilità delle sue azioni», si legge nella lettera.
All’inizio di luglio, un portavoce della RA ha dichiarato a The Art Newspaper che l’istituzione aveva esaminato la questione «Attentamente» e che aveva riconosciuto che «Una mostra per i giovani non è un ambiente appropriato per un dibattito pubblico potenzialmente pericoloso». «Abbiamo il dovere di prenderci cura degli artisti che esponiamo e dei visitatori delle nostre gallerie, in particolare dei più giovani. Abbiamo preso la decisione di rimuovere queste opere d’arte lunedì 15 luglio. Abbiamo preso questa decisione in base alla nostre diligenza dovuta e indipendentemente da qualsiasi rapporto da parte di organizzazioni esterne», continuando dalla Royal Academy. «Ci scusiamo per qualsiasi dolore e angoscia che questa scelta possa aver causato ai nostri giovani artisti e ai nostri visitatori. Impareremo da questa esperienza e stiamo rivedendo i nostri processi, così da poter continuare a celebrare la creatività dei giovani artisti in modo sicuro e responsabile».