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Al Ministero della Cultura, le poltrone continuano a muoversi. Decaduti insieme a Gennaro Sangiuliano i numerosi consiglieri voluti dall’ex Ministro, Alessandro Giuli ha iniziato a formare la “sua” squadra. A partire da un ruolo chiave, quello di Capo di Gabinetto, il cui incarico è stato affidato a Francesco Spano. L’11 ottobre, dal Ministero già avevano comunicato la revoca dell’incarico di Francesco Gilioli, accusato di aver fatto trapelare notizie riservatissime e, quindi, «Essendo venuto meno il rapporto di fiducia», spiegava lo stesso Giuli. Spano invece è uno dei fedelissimi del Ministro: è stato Segretario generale della Fondazione MAXXI fin dai tempi della presidenza di Giovanna Melandri, proseguendo anche con Giuli, nominato nel novembre 2022.
Avvocato, 47 anni, Francesco Spano si è occupato di pluralismo religioso e culturale e, durante il governo di Paolo Gentiloni, è stato direttore dell’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della presidenza del Consiglio dei ministri. Nel 2017 fu costretto a dimettersi dall’incarico a seguito di una inchiesta dell’inviato de Le Iene Filippo Roma, nella quale Spano era accusato di aver approvato il versamento di 55mila euro ad ANDOS, una Onlus che riunisce diversi Circoli Privati ed Associazioni LGBT italiane. Nell’inchiesta giornalistica si sosteneva che in alcuni circoli associati si svolgevano serate a sfondo sessuale, anche a pagamento. Ad aizzare la polemica fu proprio Giorgia Meloni, allora presidente di Fratelli d’Italia, che annunciò un’interrogazione urgente. Le accuse rivolte a Spano però si rivelarono infondate: a scagionarlo, la Corte dei Conti che confermò la regolarità del bando e dell’erogazione dei finanziamenti pubblici.
La vicenda è stata riportata a galla da Pro Vita & Famiglia Onlus, che aveva lanciato una petizione popolare per chiedere la revoca immediata della nomina di Spano quando, in prima battuta, era stato chiamato da Giuli come vicecapo di gabinetto. «Abbiamo di meglio di uno cacciato dalla Boschi (su richiesta della Meloni) per esser socio di un club Lgbt finanziato dall’Unar che presiedeva. Dopo la Concia, ancora si nominano esponenti di sinistra per una sorta di sindrome di Stoccolma. Caro ministro Giuli: niente inferiorità culturale please. E no cappotti rossi», ha commentato Simone Pillon, ex senatore della Lega Nord.
«Spano ha lavorato con me al Maxxi. Dopo un periodo di prova di un anno, visto che le cose hanno funzionato magnificamente, era stato riconfermato e sarebbe rimasto con me fino alla fine dell’incarico», ha dichiarato Giuli a La Verità. «Ha grandi qualità tecniche. È un cattolico progressista, tutto quello che fa nella sua vita privata riguarda lui».