Ci si avvicina a un cambio dei vertici della Fondazione La Biennale di Venezia: lo scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco viene nominato presidente in vista della successione di Roberto Cicutto, attualmente in carica. «Con la designazione da parte del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di Pietrangelo Buttafuoco come presidente della Fondazione La Biennale di Venezia», scrive in una nota Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario dei senatori di Fratelli d’Italia, «è stato infranto un altro tetto di cristallo». E prosegue: «Spesso la Fondazione La Biennale è stata considerata dalla sinistra un feudo in cui collocare amici e accoliti. Buttafuoco, finalmente, afferma un cambio di passo che il governo Meloni vuole imprimere in ogni sede culturale e sociale della nazione: solo personalità scelte per lo spessore, la competenza e l’autorevolezza». Un commento che non tenta neanche di mascherare il pensiero e le posizioni dell’attuale governo nei confronti della cultura, percepita come una struttura in cui inserire i “fedelissimi”, consci del suo potere sociale e comunicativo.
A seguire, la conferma del Ministero, che si affretta a specificare che «l’attuale presidente, Roberto Cicutto, resterà in carica fino al termine del mandato, marzo 2024, al fine di garantire la necessaria continuità istituzionale e un graduale e ordinato passaggio di consegne. La proposta di nomina di Buttafuoco rappresenta solo l’inizio di un percorso il cui primo passo è il parere consultivo delle Commissioni Cultura di Camera e Senato». Siamo quindi al primo, seppur significativo, passo di un iter che, salvo intoppi, porterà Buttafuoco all’apice dell’istituzione Biennale, confermando un rumor che serpeggiava già da tempo negli ambienti della Laguna e non solo.
Nato a Catania nel 1963 e laureato in filosofia all’Università di Catania, Buttafuoco ha collaborato con Il Secolo d’Italia, Il Giornale, Panorama, Il Foglio, Il Fatto Quotidiano, Il Quotidiano del Sud. Tra le pubblicazioni, ricordiamo il romanzo Le uova del drago, finalista al Premio Campiello 2006 (Mondadori), ma anche L’ultima del Diavolo del 2008 (Mondadori), La notte tu mi fai impazzire. Gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore del 2016 (Skira) e, più di recente, nel 2021, Sono cose che passano (La Nave di Teseo).
Convertito nel 2015 alla religione musulmana, Buttafuoco ha fatto il cursus honorum della destra, a partire dagli estremi: da giovane è stato dirigente del Fronte della Gioventù, quindi membro del comitato del comitato centrale del Movimento Sociale Italiano e poi di Alleanza Nazionale. Nonostante questo, nel 2015 la sua candidatura alla Presidenza della Regione Sicilia fu bloccata dalla stessa Giorgia Meloni: «Non credo sia una buona idea candidare una personalità che ha deciso di convertirsi all’Islam.
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