Una doccia fredda per Pornhub, la piattaforma streaming di contenuti per adulti, che ha dovuto ritirare i suoi video erotici della serie Classic Nudes, la guida hot ai capolavori della storia dell’arte di cui scrivevamo qualche settimana fa: ad alzare la voce contro l’uso non concesso delle immagini delle opere, le Gallerie degli Uffizi, il Louvre e il Prado, che hanno visto le opere più iconiche delle proprie collezioni, come la Venere di Urbino di Tiziano, agli Uffizi, e la Maya Desnuda di Goya, al Prado, reinterpretate senza veli dall’appassionata e focosa coppia di pornoattori MySweetApple, oltre che commentate da Asa Akira, leggenda della pornografia d’autore.
Per Classic Nudes, Pornhub è stato affiancato da Officer & Gentleman, nota società di viral advertising e brand content, autrice di diverse campagne diventate virali, per sensibilizzare su temi particolarmente sentiti, come “F*ck Your Period”, per sdoganare il sesso durante il ciclo mestruale, e “The Dirtiest Porn Ever”, un film per adulti girato su una delle spiagge più inquinate del mondo. Nel caso di Classic Nudes, l’obiettivo dichiarato era quello di stimolare i 140 milioni di utenti giornalieri di Pornhub a visitare i musei. Obiettivo peraltro condiviso, almeno nei termini, da praticamente tutti i direttori di quegli stessi musei che, però, questa volta, non l’hanno presa bene.
La prima a diffidare la società di contenuti vietati ai minori per aver usato senza autorizzazione e a fini commerciali le immagini delle opere d’arte è stata proprio l’istituzione fiorentina, che nei mesi scorsi ha contribuito a sdoganare l’uso delle nuove piattaforme social, come Tik Tok, per una comunicazione più smart e targettizzata. Gli avvocati del museo hanno rapidamente redatto una ingiunzione di cessazione, richiedendo che i materiali fossero rimossi immediatamente. Strano che un gigante come Pornhub non abbia tenuto in considerazione le norme disposte per i diritti di proprietà delle opere e di concessione a fini commerciali delle loro riproduzioni che, in Italia, sono regolamentati dal Codice dei beni culturali, articoli 106, 107, 108 e 109.
D’altra parte, non tutti i musei hanno reagito allo stesso modo. La National Gallery di Londra ha affermato che non avrebbe intrapreso alcuna azione che, direttamente o indirettamente, potesse diffondere la conoscenza di di questo progetto. Un portavoce del Metropolitan Museum di New York ha dichiarato a The Art Newspaper che «Il programma Open Access del museo fornisce l’accesso pubblico a centinaia di migliaia di immagini di opere della collezione e generalmente non cerchiamo di regolamentare l’ampia gamma di usi di queste immagini».
Al momento, le immagini delle opere degli Uffizi, del Prado e del Louvre sono state rimosse, mentre quelle del Musée d’Orsay di Parigi, della National Gallery e del Metropolitan sono ancora visibili. Così come quelle nella sezione “Altre prospettive”, dedicata alla diversità nel mondo dell’arte e nella sua storia, con una selezione di capolavori di nudo provenienti da tutto il mondo «A rappresentare una varietà di culture, soggetti e punti di vista non ampiamente rappresentati nell’arte occidentale».
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…
Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…
10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…