Categorie: Attualità

Public Domain Day 2025: quali sono le opere libere dal copyright

di - 3 Gennaio 2025

All’inizio di ogni anno, il primo gennaio, una nuova serie di opere entra nel pubblico dominio e diventa libera di essere goduta, condivisa e riutilizzata per qualsiasi scopo. Si tratta di una vera e propria festività, celebrata in tutto il mondo come il Public Domain Day, menzionato dal Progetto Gutenberg – la storica iniziativa che persegue l’obiettivo di costituire una biblioteca di versioni elettroniche liberamente riproducibili di libri stampati – e da Creative Commons. Con l’ingresso di queste opere nel pubblico dominio, chiunque potrà riprodurle, distribuirle, adattarle, impiegarle in contesti educativi, editoriali o commerciali senza la necessità di autorizzazioni o pagamenti di royalties e senza restrizioni legali.

Tuttavia, è necessario ricordare che la scadenza dei diritti d’autore e l’entrata delle opere nel pubblico dominio seguono norme diverse per ogni nazione. Per esempio, negli Stati Uniti, a partire dall’1 gennaio 2025, entreranno nel pubblico dominio migliaia di opere protette da copyright del 1929, insieme alle registrazioni sonore del 1924. Coincidenza fortunata vuole che il 1929 sia la data di pubblicazione di tre capolavori universali della letteratura, come The Sound and the FuryL’urlo e il furore di William Faulkner, A Farewell to ArmsAddio alle armi di Ernest Hemingway e A Room of One’s OwnUna stanza tutta per sé di Virginia Woolf.

Nel panorama cinematografico, Topolino pronuncia per la prima volta le sue battute – “Hot dog! Hot dog!” – i fratelli Marx esordiscono con il loro primo lungometraggio, The Cocoanuts, e registi leggendari come Alfred Hitchcock e John Ford dirigono le loro prime opere sonore. Nel pubblico domino entra anche Un chien andalou, l’iconico cortometraggio surrealista di Luis Buñuel e Salvador Dalí. Parallelamente, dal mondo dei fumetti, i personaggi originali di Popeye e Tintin si avviano a entrare nel pubblico dominio. Tra le nuove opere sonore che diventeranno di dominio pubblico figurano An American in Paris di Gershwin, il Bolero di Ravel e il celebre Singin’ in the Rain.

Tra le opere d’arte più importanti entrate nel pubblico dominio ci sono i dipinti di Salvador Dalí, Il grande masturbatore e La manifestazione dei desideri – che furono pubblicati su La Révolution surréaliste nel 1929 –, di Wassily Kandinsky, Verso l’alto, di Edward Hopper, Chop Suey. Perdono la protezione del copyright quest’anno anche le opere di Henri Matisse, Robert Capa e Frida Kahlo, tutti deceduti nel 1954.

Scaduti i termini del copyright, un’opera essere utilizzata liberamente ma ci sono anche meccanismi legali di cui tener conto. Sebbene le opere di Kahlo siano diventate di pubblico dominio, alcuni elementi sono stati comunque registrati come marchi dalla sua famiglia e dai suoi eredi tramite la Frida Kahlo Corporation. Per esempio, se è stato registrato come marchio l’uso del nome di Frida Kahlo sulle tazzine da caffè, una persona che produce tazzine da caffè utilizzando uno dei dipinti di Kahlo e il suo nome potrebbe essere ritenuta responsabile per violazione del marchio in base all’uso del nome, anche se non vi è alcun problema di copyright per quanto riguarda il dipinto, ha spiegato ad Hyperallergic Laura Ricciardi, docente di diritto dell’arte.

Insomma, come osserva il Center for the Public Domain, stabilire le tutele di copyright per singole opere d’arte visiva risulta particolarmente arduo, non solo per la possibile presenza di altre norme legali ma anche a causa di informazioni spesso contrastanti su date di creazione e pubblicazione. Per ottenere un verdetto definitivo, è indispensabile consultare storici dell’arte e passare al vaglio cataloghi e riviste dell’epoca.

Il caso eclatante del 2025 è rappresentato da un’opera capitale di René Magritte e della storia dell’arte, come La trahison des imagesIl tradimento delle immagini, per la quale non esistono ancora certezze documentali sulla sua pubblicazione. Questo dipinto offre un esempio emblematico delle difficoltà nel definire lo stato di copyright di opere realizzate molto tempo fa. Sarà di pubblico dominio soltanto se, secondo la legge sul diritto d’autore, risulterà “pubblicato” nel 1929. Se invece la prima pubblicazione risale a una data successiva, per esempio la mostra al Palais des Beaux-Arts del 1933, allora i diritti d’autore dureranno per 95 anni da quell’anno (per opere mai pubblicate e mai registrate, il termine di tutela è la vita dell’artista più 70 anni).

Determinare le date di pubblicazione per le opere d’arte è più complesso di quanto accada per libri, canzoni o film, tradizionalmente ritenuti pubblicati non appena messi in vendita o distribuiti. In linea generale, la legge stabilisce che un’opera d’arte risulti pubblicata se è stata resa accessibile al pubblico, per esempio attraverso un’esposizione senza restrizioni, la sua diffusione su una rivista o un catalogo con relativa autorizzazione, oppure una vendita al pubblico. Tuttavia, il concetto di “pubblicazione” resta ambiguo, poiché i primi casi giudiziari mostrano che a volte venivano adottate misure per impedire la copia dell’opera esposta.

L’interrogativo è se uno di questi casi si sia verificato già nel 1929 per Il tradimento delle immagini. Con l’aiuto di storici dell’arte e bibliotecari, il Center for the Study of the Public Domain sta passando al setaccio cataloghi, riviste e biografie di Magritte. È stato già scoperto che una versione diversa, con la pipa capovolta, apparve sulla rivista Variétés e sarà dunque di pubblico dominio nel 2025. Tuttavia sono ancora al vaglio diversi documenti storici relativi al dipinto originale, così da poterne confermare con certezza l’effettiva entrata nel pubblico dominio.

Nel pubblico dominio entra anche la Strada di Scanno, stampa litografica realizzata da Maurits Cornelis Escher e che riproduce Vico Ciorla, conducendoci quindi in Italia, dove un’opera entra nel pubblico dominio 70 anni dopo la morte dell’autore, se è stata pubblicata in vita. Dunque, anche da noi il Public Domain Day del 2025 ha sancito il termine del copyright di diverse opere notevoli. Tra queste, Don Giovanni in Sicilia, romanzo epocale di Vitaliano Brancati, pubblicato nel 1941 da Rizzoli e dal quale è stato tratto l’omonimo film del 1967 diretto da Alberto Lattuada. Ma anche Marmittone, il fumetto creato da Bruno Angoletta, pubblicato sul Corriere dei Piccoli fino al 1940 e che parodiava gli ideali fascisti del militarismo e della mascolinità.

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