Una donna avvenente, scomparsa da 22 anni, potrebbe essere stata ritrovata e, dobbiamo dirlo, il suo fascino misterioso sembra rimasto immutato. Stiamo parlando di Ritratto di signora, dipinto realizzato da Gustav Klimt tra il 1916 e il 1918, trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza ne 1997, il cui valore si aggira intorno ai 60 milioni di euro. Dov’è stato ritrovato? Nel posto più ovvio, o quasi. Cioè in una intercapedine di un muro esterno delle Galleria. Al momento, l’autenticità dell’opera non è stata ancora provata e le analisi di rito sono ancora in corso anche se Massimo Ferrari, direttore della Ricci Oddi, ha confermato l’originalità dei timbri e della ceralacca: «Se fosse quello originale sarebbe una grande vittoria», ha dichiarato il direttore al quotidiano Libertà.
L’opera fa parte di una serie di ritratti femminili realizzati da Klimt tra il 1916 e il 1917, quindi, immediatamente prima della morte, avvenuta il 6 febbraio 1918, per un ictus durante in viaggio in Romania. Si tratta del periodo della piena maturità, quando Klimt era all’apice della fama, con la vittoria del primo premio all’Esposizione Internazionale di Arte di Roma e avendo esposto alla Biennale di Venezia.
In questi anni, dopo le ardite sperimentazioni con l’oro, il grande Maestro era impegnato nella ricerca di un nuovo linguaggio meno sofisticato e più immediato, anche se ugualmente simbolico, affidandosi però più al colore che al disegno.
La storia della Galleria d’arte moderna inizia nella prima metà del ‘900 e trae origine dalla vicenda privata di Giuseppe Ricci Oddi che, dopo aver costituito una ampia e prestigiosa collezione, a partire da due opere di Filippini e Previati acquisite nel 1898, decise di dare impulso alla costruzione di una struttura espositiva pubblica. L’inaugurazione della Galleria Ricci Oddi , progettata dall’architetto Giulio Ulisse Arata, avvenne nell’ottobre 1931, in una cerimonia alla quale parteciparono i Principi di Piemonte, Umberto e Maria José di Savoia. Fu proprio in previsione della prima apertura pubblica che la raccolta venne arricchita con capolavori quali l’Ecce Puer di Medardo Rosso e due Ritratti di Signora, uno di Boldini e l’altro di Klimt.
Il furto del Ritratto di Signora fu scoperto la mattina del 22 febbraio 1997 ma, secondo le ricostruzioni all’epoca dei fatti, avvenne nei tre giorni precedenti. Questo ritardo nella segnalazione fu dovuto a un trasloco del Ritratto di signora e di altre opere a Palazzo Gotico, in piazza Cavalli, non distante dalla Galleria Ricci Oddi, in occasione di una mostra su Klimt. Gli investigatori si concentrarono sui custodi della galleria ma la loro posizione fu archiviata per mancanza di prove. In effetti, le indagini presentavano molto punti oscuri, tra i quali la dinamica del furto: non venne mai chiarito, infatti, se il capolavoro fosse stato fatto uscire dal tetto o dall’ingresso principale, visto che la cornice fu ritrovata nei pressi del lucernario.
Nel 2016 l’inchiesta fu anche riaperta dopo il ritrovamento di tracce del DNA di uno dei ladri sulla cornice. Una nuova testimonianza menzionava addirittura una pista esoterica, con il quadro usato nell’ambito di un rito satanico. E oggi il ritrovamento, segnalato da un addetto alla pulizia: «Ho trovato questa scatola dentro un sacco nero, pensavo fossero rifiuti, ma ho subito chiamato il responsabile».
Per la conferma definitiva dell’autenticità sarà necessario aspettare analisi più specifiche. Per esempio, si sa che al di sotto del Ritratto di Piacenza è “nascosta” un’altra opera di Klimt, un altro ritratto di donna ma con cappello che, esposto a Dresda nel 1912, era stato dato per disperso dopo il 1917. E invece il Maestro lo aveva trasformato nel Ritratto di Piacenza, acquistato da RIcci Oddi nel 1925. La scoperta del ritocco era stata comunicata proprio pochi giorni prima del furto dalla ricercatrice piacentina Claudia Maga.
Se venisse confermata l’autenticità significherebbe che l’opera di Klimt è sempre rimasta nei pressi della galleria. I ladri, insomma, avrebbero occultato il capolavoro nel luogo più sicuro e al di sopra di ogni sospetto, in una intercapedine della galleria, probabilmente per avere modo di recuperarlo con calma. Troppa calma, visto che sono passati 22 anni. L’opera ritrovata è attualmente in consegna alla Polizia di Stato. «Il quadro è in buone condizioni ed è stato portato in un luogo segreto. Sono necessarie tutte le verifiche scientifiche per accertarne la provenienza e la validità», ha dichiarato il questore Pietro Ostuni.
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